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venerdì 30 novembre 2007

Benigni, ritorno pirotecnico in tv: "Silvio riposati, basta fare partiti".

Il comico toscano torna su RaiUno con il Quinto dell'Inferno e si diverte a ironizzare sull'attualità politica.

(La Stampa) Berlusconi che «c’ha avuto cinque mogli, di cui due sue» e che farebbe meglio a fondare «il partito del popolo dell’armadio», per quante volte ci si è nascosto dentro. Prodi che ha vinto le elezioni «con uno scarto di 25 mila voti, 25 mila coglioni, tutti omosessuali». E che «prima andava a mesa una volta a settimana ma ora ha fatto mettere una cappella a Palazzo Chigi per pregare per la buona salute dei senatori a vita». Tremaglia che «in An non lo salutano più da quando gli italiani all’estero hanno votato a sinistra».

E ancora battute a raffica su Clemente Mastella e poi l’outing su D’Alema: «Per me D’Alema è come Berlusconi per Emilio Fede». Se non fosse per quella sua tendenza a fare un passo indietro: «L’hanno candidato alla presidenza della Camera e ha detto che per il bene delle istituzioni faceva un passo indietro. Poi alla presidenza della Repubblica e per il bene delle istituzioni ha fatto un passo indietro. L’avevo invitato qui, poi gli ho detto che avevo dato il suo posto a Veltroni e mi ha detto che per il bene della diretta faceva un passo indietro...».

Roberto Benigni non si smentisce ed apre con una performance pirotecnica il Quinto dell’Inferno, lo show che lo riporta da stasera su Raiuno e che fonde, nel solco del suo ultimo tour teatrale di grande successo, spunti di attualità con il suo grande amore per il conterraneo Dante Alighieri e per la sua Divina Commedia. In diretta dagli studi di Papigno (Terni), Benigni, con la consueta esuberanza verbale e fisica, si muove in una scenografia minimalista tutta in legno e, prima di approcciare la sua lettura di Dante (cui dedicherà anche i successivi 14 appuntamenti in seconda serata sempre sulla prima rete Rai) si diverte a ironizzare alla sua maniera sull’attualità politica con battute a ritmo serratissimo che non risparmiano nessuno, dal governo all’opposizione.

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