(Galatea - Giornalettismo militante) Sono tempi duri per tutti. Ma fra le varie categorie sociali che rischiano l'estinzione, assieme agli stagnini, gli arrotini e i suonatori di organetto alle feste patronali, quella oggi più in crisi è quella del comico. Avete presente quel simpatico personaggio che, nei programmi televisivi, aveva il suo siparietto, in cui, in genere, riciclava la battuta sulla gobba di Andreotti? Ecco, quello lì. Non se ne trova più uno. L'intera categoria del comico sta attraversando una fase di mutazione genetica, frutto di incroci più devastanti di quello che ha dato origine alla pecora Dolly. Giornalettismo ha deciso di presentarne un allegro campionario, perché se i comici ormai fanno poco ridere, almeno si può provare, a questo punto, a trasformarli in oggetto di riso.
Il Predicatore: Vabbè, Grillo è il portabandiera della tendenza. Ma alla sua ombra ed alla sua scuola, piccoli telepredicatori crescono. Genovese e suo amico personale, su La7 si sta mettendo in luce Maurizio Crozza. Al suo attivo una furiosa polemica sull'imitazione di Papa Ratzinger: nella scorsa stagione, dopo giorni di teleprocessi ed alzate di scudi da parte della Destra e dei Cattolici, il Crozza aveva deciso, sua sponte, di sospendere le scenette. Quest'anno le ha invece riproposte. Dimostrando che qualche volta la censura potrebbe avere un senso perché ti permetterebbe, se colta al balzo, di chiudere con una macchietta prima che diventi insopportabile. Il Crozza quando vuole fa ridere, ma, sull'onda della protesta, quest'anno ha deciso che no. Quindi si è piazzato in studio un comitato di tutor, intellettuali che dovrebbero parlare, si presume, di "cose alte" fra un siparietto in cui Crozza imita Veltroni (maluccio) e un siparietto in cui imita Parisi (maluccio pure quello). Nel team c'è Piergiorgio Oddifredi, di professione matematico quando non fa altro, e cioè quasi sempre; lo psichiatra di Crozza, di professione psichiatra di Crozza e una bionda professoressa di diritto romano, di professione arredo per lo studio. Cosa ci stiano a fare non è chiaro, ma del resto non è più nemmeno chiaro cosa ci stia a fare lì nemmeno Crozza, quindi il programma è perfettamente equilibrato.
La Pasionaria: non è più una comica, non è una autrice satirica, è la coscienza critica di una generazione. Sabina Guzzanti si aggira per gli studi televisivi con stampata in volto una espressione di dolcezza soave quanto un ghigno della Thatcher e la stessa dose di autoironia. Presente in tutti i programmi televisivi in cui Grillo non si manifesta, compare seguita da gigantografie che inneggiano al suo ultimo film. È incazzata, incazzata, incazzata. Nel caso l'incazzatura dovesse non risultare sufficientemente chiara al pubblico, di solito c'è Marco Travaglio al fianco, per sottolinearla.
Lo Svagato: Faceva il comico, ma tanto tempo fa. Ora tiene salotto, in maniera borghesemente educata, e, come tutti i bravi borghesi, non dice parolacce, pur pregando ardentemente che qualcuno le dica al posto suo. Fabio Fazio sarebbe il volto perfetto per la nuova Sinistra e per il nuovo Pd: non è mai stato comunista, non è mai stato rivoluzionario, non risulta, a dire il vero, che sia mai stato nulla di particolare; fa battutine che sembrano carezze, non ha un nemico al mondo, trova tutto molto stupendo, fa il baciamano alle signore, legge, pensa, si interessa moderatamente di tematiche ambientali, di tematiche economiche, di tematiche politiche, di tematiche di ogni genere, anche se il suo vero sogno sarebbe occuparsi solo di canzoni della Carrà e intervistare ogni settimana Teocoli. È così istintivamente veltroniano, così naturalmente veltroniano nell'animo, che alle primarie del PD non ha votato per Veltroni. Per non fare torto agli altri candidati, of course.
La Peperina: È piccola, rossa di capelli, e fa ridere perché dice cacca e pipì. Non è Sbrodolina, ma Luciana Litizzetto. In un paese normale, sarebbe una signora appena appena buffa, in età per cercarsi un altro mestiere. In Italia passa per una graffiante esempio di satira contro il potere. Perché ogni tanto chiama il cardinal Ruini "Eminems". Tra l'altro, ormai, la battuta è così vecchia che il nomignolo è usato comunemente persino in Vaticano, dalle Guardie Svizzere.
Il Bollito: Un tempo era un grande, nonostante l'altezza; ultimamente Paolo Rossi sembra aver trovato un accordo fra la bravura e la statura, tutto a svantaggio del pubblico, purtroppo. Non aggiorna le battute da dieci anni, e si ostina a cantare canzoni che non sa cantare. È aiutato dal fatto che deve portarle a Sanremo. Ma semmai questa è una aggravante.
L'imboscato: è da sempre di Sinistra. È amico di Benni e Pennac. Ha portato in scena spettacoli tratti da De Andrè, e monologhi intelligenti come I bambini sono di sinistra ("I bambini sono di sinistra perché Babbo Natale assomiglia a Carlo Marx"). Poi, a Mediaset, gestisce il battutificio qualunquista di Zelig senza un solo dubbio. A riprova che il conflitto di interessi non coinvolge solo Berlusconi e che in Italia Destra e Sinistra sanno sempre trovare un punto di accordo. Per stabilire che la Incontrada è gnocca.
-
Nessun commento:
Posta un commento