All'Elfo il grande affresco di «Angels in America» di Tony Kushner, definito «una "Divina Commedia" per un'età laica e tormentata».
(Claudia Cannella - Il Corriere della Sera) Potere, amore, morte, Aids. Questi in sintesi i temi del fluviale «Angels in America» di Tony Kushner, Premio Pulitzer 1993, in scena al teatro dell'Elfo nella sua prima parte, «Si avvicina il millennio», per la regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani (coproduzione Teatridithalia-Ert, testo pubblicato da Ubulibri). Corredata dall'emblematico sottotitolo «Fantasia gay su temi nazionali» e definita da un critico americano «una "Divina Commedia" per un'età laica e tormentata», la pièce (da cui Mike Nichols ricavò, nel 2003, un notevole film tv a puntate con un cast «all star») racconta l'ipocrisia del potere nell'America reazionaria di Reagan, i conflitti privati all'interno di comunità religiose minoritarie (ebrei, mormoni) e, soprattutto, l'amore ai tempi dell'Aids.
A incarnarli, le vicende incrociate del «wasp» Prior, malato di aids e abbandonato dal compagno ebreo Luis, che intreccia una relazione con l'avvocato mormone e gay represso Joe, sposato infelicemente alla valium-dipendente Harper e pupillo del feroce e potente Roy Cohn (personaggio realmente esistito, consigliere del senatore McCarthy), repubblicano ultra-conservatore dalla doppia vita sessuale, anche lui condannato, per contrappasso, dall'Aids. Intorno a loro, travestiti, rabbini, fantasmi di antenati, figure oniriche, amanti occasionali e angeli più apocalittici che consolatori a scandire discese agli inferi e orgasmi paradisiaci alle soglie del terzo millennio. Questioni saldamente ancorate alla realtà americana anni '80? Ormai non più, perché, in epoca di globalizzazione selvaggia, il tema della crisi e del conflitto d'identità (sessuale, razziale, religiosa, culturale) ha superato ormai i confini imposti dalla geografia e dalla storia statunitensi.
E lo dimostra l'intelligente regia di Bruni e De Capitani, che rinuncia alle scene, ridotte a pochi funzionali oggetti e sobri video proiettati sulle pareti, e punta tutto sulla forza evocativa della recitazione, mettendo insieme una compagnia di eccellente livello, capace di tenere ritmo e intensità pur nelle diverse stratificazioni di linguaggi (quotidiano, onirico, cinematografico, barocco, tragico, ironico), generi e citazioni (dalla soap opera a Brecht, dal melò alla Bibbia, da Sofocle a Shakespeare) presenti in questo dramma torrenziale. In scena lo stesso De Capitani con Elena Russo Arman, Cristina Crippa, Ida Marinelli, Cristian Maria Gianmarini, Edoardo Ribatto, Umberto Petranca e Fabrizio Matteini.
«Angels in America», teatro dell'Elfo, dal 23 ottobre al 18 novembre. Ore 20.45, fest. 16, v. Menotti 11, tel. 02.71.67.91, euro 20-10 (mart. euro 11)
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