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mercoledì 13 agosto 2008

Allarme: la Apple controlla a distanza gli i-phone.

C'è addirittura la possibilità di rimuovere dalla casa madre software indesiderati.

(Cronacaqui) La possibilità per Apple di rimuovere software in remoto dai propri telefoni esiste, ha affermato Jobs, giustificandola come un estremo rimedio all’eventuale distribuzione di un programma dannoso attraverso l’Apple App store, il negozio online al quale è necessario ricorrere per scaricare e installare programmi sul telefono: “Speriamo di non aver mai bisogno di tirare quella leva”, ha aggiunto, “ma sarebbe irresponsabile non avere una maniglia come quella da tirare in caso di necessità”.

La discussione sull’esistenza del “kill switch”, l’interruttore killer, era iniziata da una settimana sui forum degli appassionati in rete e nei siti specializzati in software e telefonia. Ad accenderla era stato Jonathan Zdziarski, uno sviluppatore di codice indipendente che, esaminando i file all’interno del telefono, si era reso conto che l’apparecchio di tanto in tanto scarica dalla casa madre un file di “applicazioni non autorizzate” inserite in una lista nera, che potrebbero poi essere eliminate in automatico dalla memoria del terminale. Il fatto, precisava lo stesso Zdziarski, non significa che Apple abbia la capacità di spiare i telefoni per sapere cosa contengano, ma vuol dire che potrebbe invece cancellare dai terminali - se presente - software inserito in una lista nera e ritenuto indesiderato.

L’esistenza di una tale facoltà solleva comunque una serie di dubbi sulla possibile violazione di diritti dei consumatori. Innanzitutto per la mancata trasparenza, considerato che si tratta di una informazione che un acquirente potrebbe voler conoscere prima di acquistare il telefono. In secondo luogo per la possibile falla alla sicurezza: che accadrebbe se qualcuno utilizzasse tale funzionalità per danneggiare i terminali degli utenti?

Infine, e soprattutto, per la discrezionalità lasciata ad Apple: chi decide quali sono le applicazioni potenzialmente dannose? Mentre la cosa è ovvia per un software che ad esempio ruba i dati personali degli utenti, la questione non è altrettanto chiara per programmi ritenuti da Apple illegittimi per ragioni commerciali o di politica industriale. E’ facile immaginare, ad esempio, il fuoco di indignazione che sarebbe divampato se una cosa analoga l’avesse fatta Bill Gates su tutti i pc equipaggiati con il sistema operativo Microsoft.

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