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mercoledì 13 agosto 2008

Famiglia Cristiana rilancia: “Speriamo non rinasca il fascismo”.

Censimento dei nomadi

(Panorama) Mica si tira indietro Famiglia Cristiana. Al polverone sollevato dopo l’ennesimo “numero anti governativo”, alle accuse di “cattocomunismo” lanciate da esponenti del centrodestra, il periodico dei paolini risponde citando un rapporto dell’organizzazione Esprit, si augura che “non sia vero il sospetto” che in Italia stia rinascendo il fascismo “sotto altre forme”.

In un editoriale firmato da Beppe del Colle, il settimanale cattolico torna a criticare aspramente le misure varate dal governo italiano in tema di sicurezza, soprattutto “la sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom” e ricorda come in Europa sia tornata alla mente, “come un simbolo”, la foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss.
Tutto questo a meno di 24 ore dalla prima sassaiola partita da Famiglia Cristiana, che ha definito “gioco con i soldatini, neanche fossimo in Angola” le misure sulla sicurezza prese dalla maggioranza del “presidente spazzino”. “Ora basta”, si legge nell’editoriale sul numero in edicola di questa settimana che replica soprattutto al sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi. Giovanardi, scrive Famiglia Cristiana, “non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale. Nessuna autorità religiosa” puntualizza il settimanale “ci ha rimproverato nulla del genere. Siamo stati, siamo e saremo sempre in prima linea su tutti i temi ‘eticamente irrinunciabili’: divorzio, aborto, procreazione assistita, eutanasia, dico, diritti della famiglia; abbiamo condannato l’inserimento dei radicali nelle liste del Pd. E ora basta”. “Non siamo mai cambiati” aggiunge del Colle “nel modo di affrontare le realtà del mondo con spirito di cristiani. Eppure, di tanto in tanto arrivano lettere: siete cattocomunisti. Perchè? Perchè critichiamo l’attuale Governo, come abbiamo fatto con tutti i Governi, anche democristiani, quando ci sembrava giusto e cristiano farlo”.
Nell’editoriale, Famiglia Cristiana ribadisce tutte le sue critiche alla “sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom, aggiungendo violenza alla loro esistenza già piena di violenze anche da parte dei genitori”. “Se ne sono accorti in tutta Europa, dove resta vivo l’orrore della discriminazione sociale delle minoranze: quella foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss è venuta” ricorda Del Colle “alla memoria come un simbolo. Per questo il Parlamento di Strasburgo e il Consiglio europeo hanno protestato. Esprit ha scritto: ‘Gli italiani sono incredibilmente duri contro i romeni e gli zingari’. Sarà ‘incredibile’, ma è vero. Speriamo” conclude Famiglia Cristiana “che non si riveli mai vero il suo sospetto che stia rinascendo da noi sotto altre forme il fascismo”.
E la polemica torna a montare. Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, che aveva tacciato Famiglia Cristiana di criptocomunismo, ha già annunciato querela al direttore del settimanale Don Antonio Sciortino per le espressioni ingiuriose usate nei suoi confronti. Un attacco che il capogruppo del Pdl definisce una “caduta di stile di una persona travolta da un crollo di vendite, oggi documentato anche dal Sole 24 Ore“. Il quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli, infatti, pubblica oggi un’inchiesta che mette in luce la “crisi in edicola” per il settimanale dei Paolini. Per Gasparri inoltre nel settimanale “c’è una ridicola voglia di protagonismo da parte di chi dirige male un giornale che non rappresenta le gerarchie della Chiesa”.
La replica del direttore Sciortino è che il settimanale non ha come bersaglio preferito il governo Berlusconi, a cui, sostiene il direttore siciliano, “pure abbiamo dato credito, tant’è che ho definito l’illustrazione del premier alle Camere un discorso da statista”. Semplicemente la rivista si schiera, come recita il nome, al fianco delle famiglie (cristiane). Quelle che non arrivano a fine mese, quelle che “vanno nelle mense della Caritas anche alla metà del mese per mangiare”, si legge nell’intervista rilasciata La Stampa. Una crociata dunque non politica ma ideologica. Nel senso cristiano del termine. “Le nostre posizioni sono perfettamente allineate a quelle del cardinale Martino” si è difeso il direttore del settimanale. “Il quale invita a combattere la povertà, non i poveri che rovistano nei cassonetti”.
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