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domenica 25 maggio 2008

The Fashion: Abbiamo un ego gigantesco, ma siamo bravissimi.

the-Fashion

(Christina Marinoni - Panorama) The Fashion, band danese tra le più innovative del panorama europeo, farà da supporter ai Negramaro, al concerto di San Siro, il 31 maggio. Christian Lignell Bækholm, bassista dei The Fashion, presenta il nuovo album omonimo e i suoi compagni di palco.

Vi chiamate The Fashion : siete forse patiti di stile e look?
Non c’entra la moda, bensì il modo in cui facciamo musica. Con questo album, poi, abbiamo sfoderato tutte le nostre qualità. Ci siamo detti: “Freghiamocene delle regole, lasciamoci andare all’ispirazione e vediamo cosa riusciamo a combinare”.
Senza nemmeno le restrizioni della casa discografica?
Esatto. Abbiamo fatto tutto da soli: Sony si occupa del business, la creatività è solo affare nostro
Siete stati a lungo lontano dalle scene: eravate a corto di idee?
Abbiamo realizzato il primo album, Rock Rock Kiss Kiss Combo, in sei mesi: siamo partiti dalle nostre radici punk rock ed è stato un gioco da ragazzi metterlo insieme. Per The Fashion abbiamo lavorato quattro anni per dare il meglio di noi e spaziare: dance, indie, punk rock delle origini.
Qual è il tema dell’album?
È un lavoro autobiografico: i nostri ego sono dannatamente giganteschi, questa è la verità! L’intero cd è un viaggio nel mondo dei The Fashion : in Like Knives raccontiamo del nostro ritorno. I coltelli del titolo sono una metafora e si riferiscono alla violenza psicologica - non a quella fisica - che abbiamo subito: alcuni ci davano per spacciati, invece eccoci qui. Con gli occhi puntati addosso e per questo siamo più “affilati” che mai. Lo stesso concetto appare in Dead Boys: chi sparisce e torna in pista è sempre guardato di traverso».
“Solo Impala (Take The Money and Run)” di cosa parla?

Delle nostre passate esperienze con l’industria discografica, tutte terribili. Il titolo non significa nulla, credo si riferisca al nome di un’automobile americana, ma non mi chieda quale: Jacob (Printzlau, il cantante, ndr) ha trascritto il nome in malo modo.
E “Letters from the ambulance”?
Descrive il tempo trascorso sino al momento di entrare in studio: un sacco di volte siamo stati sul punto di dividerci, ma siccome insieme ci diveritamo come pazzi, continuiamo l’avventura.
Colpa dell’ego enorme, se stavate per sciogliervi?
Di che altro! Non è facile trovare l’equilibrio: abbiamo tutti e quattro un caratteraccio, ma siamo bravissimi!.
Un pregio e un difetto di ciascuno?
Comincio da me: nelle giornate nere, sono la persona più intrattabile sulla faccia della terra, ma quando sono in forma, do il massimo. Jacob (il leader, ndr) è un grande artista. Oltre a essere un musicista eccellente è un regista talentuoso: il video di Like Knives l’ha girato lui, sua è stata l’idea. La nota dolente? L’inaffidabilità. “Genio e sregolatezza” descrive alla perfezione Anders (Find Axelsen, il chitarrista, ndr). Jakob (Ankær Johansen, ndr) non mi piace che fumi; è molto pigro, e infatti suona la batteria. Dorme sempre o mangia, però è sempre positivo e tiene su il morale soprattutto quando stiamo via da casa a lungo: mia figlia mi manca da morire.
A proposito di lontananza: a fine mese suonerete in Italia, invitati dai Negramaro
Il mio primo ricordo del vostro Paese risale a una gita scolastica: Roma mi aveva emozionato così tanto che ci sono tornato con mia moglie. Non vediamo l’ora di esibirci a San Siro - il tempio del calcio italiano - e di scambiare due chiacchiere con il pubblico. Venite a cercarci!

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