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mercoledì 21 maggio 2008

Kazemi ottiene l'asilo in Gran Bretagna.

(Anna Maria Mahjar Barducci - arabi democratici liberali) Seyed Mehdi Kazemi, il ventenne gay iraniano, membro del Gruppo EveryOne, che ha rischiato in più occasioni di essere deportato a Teheran, dove l'avrebbe atteso la carcerazione, severe punizioni corporali e probabilmente l'impiccagione, ha ottenuto asilo nel Regno Unito. La decisione dell'Home Office gli è stata notificata oggi, lunedì 19 maggio 2008, nel primo pomeriggio. Il ragazzo, che aveva cercato di sfuggire alla deportazione dal Regno Unito in Iran, riparando in Canada, era stato fermato alla frontiere tedesca e trasferito, temporaneamente, in Olanda, una nazione favorevole alla concessione di asilo agli omosessuali iraniani.

Ma il 26 febbraio un volo diretto Amsterdam-Londra era stato fissato e una volta nel Regno Unito, Mehdi sembrava destinato alla deportazione a Teheran. "Sono stati gioni di grande timore e di una straordinaria battaglia nonviolenta," ricordano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau del Gruppo EveryOne, "giorni in cui, fianco a fianco con il Partito Radicale e l'associazione Nessuno tocchi Caino, abbiamo letteralmente inventato un nuovo modo di combatere per i Diritti Umani, coinvolgendo i media di tutto il mondo, centinaia di associazioni, migliaia di attivisti.

In un primo momento abbiamo bloccato la deportazione, sollecitando il senso civile dei Paesi Bassi, che hanno deciso di rivedere il suo caso. Nel frattempo abbiamo messo in crisi il sistema delle espulsioni dei profughi nel Regno Unito, un sistema iniquo, che avveniva nel silenzio dei media e nell'indifferenza. Quindi, con i nostri amici Radicali abbiamo presentato al Parlamento europeo un rapporto-denuncia, che dimostrava inequivocabilmente il diritto all'asilo di Mehdi e i gravissimi abusi commessi dall'Home Office". Il Parlamento europeo aprovava una Risoluzione urgente sul caso di Sayed Mehdi Kazemi, sottoscritta anche da 142 deputati e 62 Lord della House of Commons britannica: finalmente l'Europa e lo stesso Regno Unito riconoscevano la necessità di cambiare le procedure di valutazione e concessione dello status di rifugiato e dell'asilo politico.

"Per la politica persecutoria di Gordon Brown e Jacqui Smith è stata una colossale sconfitta," proseguono i leaders di EveryOne, "una sconfitta che segnava l'inizio del declino della loro stella, ma per i diritti dei profughi, per gli attivisti di tutto il mondo, per la comunità gay, per le minoranze in Iran e nei paesi dove manca la libertà è stato un successo storico". Ma la buona notizia definitiva, che attesta la certezza dell'asilo nel Regno Unito per il giovane Mehdi, il cui compagno Parham fu assassinato dal boia in Iran, è giunta oggi.

"Ci hanno scritto dall'Ambasciata del Regno Unito a Roma, a nome del governo inglese," concludono gli attivisti, "comunicandoci la loro esultanza per un evento a cui non credeva nessuno, quando abbiamo iniziato la campagna contro le deportazioni dei profughi gay dal Regno Unito, salvando la vita - grazie al successo planetario della Campagna dei Fiori - alla lesbica Pegah Emambakhsh. Come può illudersi un gruppo come il vostro, senza finanziamenti né protezioni nelle alte sfere, sperare di aver ragione di uno dei governi più potenti del mondo? Si diceva.

Abbiamo vinto perché ci abbiamo creduto, perché non abbiamo accettato le logiche della disumanità e della morte. Abbiamo vinto perché non ci siamo mai arresi, perché eravamo disposti a volare a Teheran, in caso di deportazione, per manifestare con cartelli, chiedendo al boia di risparmiare le vite di Mehdi, di Pegah (che presto sarà raggiunta da una analoga buona notizia) e di tutti gli innocenti condannati a morte a causa di un codice iniquo, che azzera il valore della vita umana". Mentre festeggiano l'evento, i membri EveryOne sventolano copie della e-mail ricevuta dall'Ambasciata britannica, su cui è scritto: "E' una notizia che vi comunichiamo con immenso piacere: è stata raggiunta oggi a Londra una decisione finale sul caso di Seyed Mehdi Kazemi. A seguito del riesame del caso e alla luce delle nuove circostanze, come da richiesta del Minstro britannico degli Interni, Mr Kazemi è ora libero di rimanere nel Regno Unito".

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