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lunedì 19 maggio 2008

Mara Carfagna. La prima di una serie di gaffes? Arcigay: «La Carfagna fa battute da bar». Il silenzio dei gay di centrodestra.

Dopo il no del ministro al patrocinio al gay pride. Grillini: «Destra italiana è omofoba». I registi Hofer e Ragazzi: «Il ministro guardi il nostro film sui Dico».

(Il Corriere della Sera) Mara Carfagna non darà il patrocinio al Gay Pride. «Per il governo gli omosessuali non sono discriminati» spiega senza esitazioni il ministro per le Pari opportunità. Provocando la dura reazione dell'Arcigay. «Come fa il ministro Carfagna a sostenere che non esistono discriminazioni sui luoghi di lavoro per le persone omosessuali?» si chiede il presidente nazionale Aurelio Mancuso. «Saremmo tanto curiosi di sapere quali sono i gay che la Carfagna dice di conoscere e in quale mondo ella vive - attacca Mancuso - perché ci pare che abbia una percezione della realtà del tutto distorta». Un ministro, secondo il presidente nazionale dell'Arcigay, non si occupa dei singoli casi di discriminazione, ma di scrivere una legge perché tutte le discriminazioni siano evitate. Arcigay chiede quindi un incontro alla Carfagna «affinchè possa distaccarsi dal mondo delle favole e ritornare tra i comuni mortali, che hanno bisogno di risposte concrete, non di consunte e provocatorie esternazioni sui giornali. Per questo sarebbe bene che un principe la baci e la svegli».

«IL MINISTRO SPARA A ZERO» - Non è morbido nei confronti della Carfagna neanche il leader storico dell'Arcigay, Franco Grillini, secondo il quale quelle del ministro sono «battutacce da bar che confermano quanto la destra italiana sia omofoba e non ami la diversità». «Mi sembra che per il ministro Mara Carfagna sia più facile sparare a zero sul Gay Pride utilizzando i soliti pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni anzichè svolgere una positiva attività di governo» dice Grillini.

«VEDA IL NOSTRO FILM SUI DICO» - «Quanto ha detto il ministro ci fa cadere le braccia» affermano i due registi del film-documentario sui Dico «Improvvisamente l'inverno scorso», Gustav Hofer e Luca Ragazzi, invitando la Carfagna a vedere la loro pellicola al Cinema Politecnico di Roma. Il ministro «si faccia un giro in Europa per constatare che il riconoscimento delle coppie di fatto anche omosessuali è una realtà in quasi tutti i paesi membri .- dicono i due registi -. Si legga la direttiva europea del gennaio 2006 che richiede agli Stati dell'Unione di legiferare quanto prima sul riconoscimento delle coppie di fatto. L'Italia non può continuare a essere il fanalino di coda». «Il nostro film - continuano - dimostra perfettamente che c'è una situazione di discriminazione oggettiva verso le coppie omosessuali dettata dall'ignoranza imperante nel nostro paese. Una coppia come la nostra, insieme da nove anni, non è tutelata dallo stato che pure ci chiede di pagare le tasse come qualsiasi cittadino».

PRO E CONTRO - Pina Picierno, esponente del Pd e ministro ombra delle Politiche giovanili si augura che la Carfagna «ci ripensi e partecipi al Gay Pride» senza farsi «condizionare nella sua attività da visioni manichee e fuori dal tempo». Al contrario, Luca Volontè sostiene il ministro: «Brava Carfagna - dice il deputato dell'Udc -: la sinistra gay chiama diritti i propri privilegi discriminatori verso famiglie ed eterosessuali».

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