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mercoledì 21 maggio 2008

Treviso. Violenta un quattordicenne: arrestato. Il trentenne liberiano ha convinto il ragazzino a seguirlo, poi gli abusi.

I due si conoscevano da tempo, abitano poco distanti. L’adolescente, dopo il fatto, si è confidato con i genitori. Indaga la squadra Mobile.
Potrebbero esserci altri casi non denunciati Adesca un ragazzino e tenta di violentarlo. Un liberiano di 30 anni, Basco Bento, è accusato di violenza sessuale. E’ stato arrestato dalla Squadra Mobile. L’adolescente si era confidato con i genitori che si sono rivolti alla polizia. Il racconto è risultato attendibile ed è scattata l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Elena Rossi.
Secondo la ricostruzione compiuta dagli inquirenti, si tratta di un solo episodio accaduto alla fine di febbraio. E’ stato lo stesso ragazzino a riferirlo prima ai genitori, poi davanti ad una psicologa delegata dal magistrato. Entrambi i racconti coinciderebbero e costituirebbero l’accusa nei confronti del liberiano. Da parte sua, l’uomo continua a proclamarsi innocente, ma emergerebbero tentativi di adescamento da parte del trentenne nei confronti di altri ragazzini del quartiere. A questi è difficile risalire visto che nel suo appartamento perquisito ieri, subito dopo l’arresto, i poliziotti non avrebbero trovato nulla. Ne’ fotografie, ne’ materiale compromettente informatico o rubriche con nomi e numeri di telefono. La polizia spera che la notizia dell’arresto di Basco Bento convinca altri adolescenti a farsi avanti. Al momento, dunque, nei confronti del liberiano ci sono solo le accuse del quattordicenne che vive poco distante dalla sua abitazione.
I due dunque si conoscevano. Ed è proprio dopo un incontro casuale che il liberiano sarebbe riuscito a convincere il ragazzino a seguirlo nel suo appartamento. A questo punto, secondo la versione fornita dall’adolescente sia ai suoi genitori che alla psicologa, l’uomo l’avrebbe spogliato poi costretto a subire le sue attenzioni erotiche. A nulla sarebbero valsi i tentativi di sottrarsi. Una situazione difficile da cui è riuscito finalmente a fuggire.
Una volta tornato a casa, ai suoi genitori sono bastati un paio di giorni per capire che c’era qualcosa nel loro ragazzo che non andava. Silenzioso, non usciva più di casa, aveva perfino rinunciato ad andare in gita scolastica. Qualche domanda ed è saltata fuori la verità. Dalla confessione alla denuncia i genitori hanno fatto trascorrere appena poche ore. Ieri l’arresto e la fine di un incubo.

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