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lunedì 19 maggio 2008

Marito impotente, lei chiede i danni. Il problema era stato nascosto durante il fidanzamento.

Delusa e impossibilitata a diventare mamma, vuole la separazione e anche un risarcimento.
(Trentino) Non solo vuole la separazione ma al quasi ex marito chiede anche i danni patrimoniali e non. La protagonista di questa storia, che si è affidata all’avvocato Claudio Tasin per veder riconosciuti i suoi diritti, è una trentenne calabrese fresca sposa di un trentino. La coppia si conosce da qualche anno e sembrava che fra loro non ci fossero segreti. Tutto era rosa e fiori tanto da spingere i due a sposarsi. E dopo il fatidico sì la ragazza, secondo il suo racconto, avrebbe fatto la scoperta che è poi diventata causa della separazione e della richiesta dei danni. Avrebbe scoperto, infatti, che il marito era impotente. Non solo. Sempre secondo la sposina, lui avrebbe sempre saputo di questo suo «problema» ma ne avrebbe volontariamente taciuto. La ragazza, quindi si senta tradita, le sembra che sia venuta meno la lealtà e la correttezza che sono alla base di tutte le unioni. Non solo. Quando la questione impotenza è venuta a galla, la giovane avrebbe chiesto al suo sposo di sottoporsi a delle cure che forse poteva ovviare al problema ma (e questa è sempre la versione della moglie) lui si è sempre opposto forse per evitare che la sua situazione fosse conosciuta da altre persone. Secondo la donna il marito avrebbe volontariamente disatteso all’obbligo di comunicare alla fidanzata i suoi problemi sessuali forse perché sapeva che, se lo avesse fatto, il matrimonio non sarebbe stato celebrato. L’impotenza del marito per la ragazza, infatti si traduce anche nell’impossibilità di diventare madre cosa che lei (come moltissime altre donne) sognava da sempre.
Dopo la scoperta, e dopo il rifiuto di lui di cercare una strada medica per la soluzione del suo problema, la donna ha deciso che quella per lei non era vita, che aveva diritto ad aspirare al poter diventare madre oltre ad una vita sessuale soddisfacente. Da qui la decisione di rivolgersi all’avvocato Tasin per avviare le pratiche per la separazione e per valutare una causa per chiedere i danni patrimoniali e non. L’ipotesi di partenza è che la donna abbia subito un danno ingiusto per la celebrazione di un matrimonio infelice. La sessualità, è la linea della donna, va ricompreso fra le posizioni soggettive direttamente tutelate dalla Costituzione e inquadrato tra i diritti inviolabili della persona che vengono garantiti dall’articolo 2 della carta costituzionale. Quindi, prosegue il ragionamento, il coniuge che omette di informare l’altro coniuge prima del matrimonio delle proprie disfunzioni sessuali, tali da impedire l’assolvimento dell’obbligo coniugale, commette un illecito derivante dalla lesione del diritto fondamentale del coniuge a realizzarsi pienamente della famiglia, nella società, ed eventualmente anche come genitore.
L’azione è solo agli inizi e bisognerà vedere cosa succederà in una causa che è fra le più singolari fra quelle indette fra ex coniugi.

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