Sentenza della Cassazione, la Cdl protesta.
Ma il senatore leghista Polledri approva: giusto sottrarli alle leggi islamiche.
(Vladimiro Polchi - La Repubblica) Un immigrato omosessuale non può essere espulso dall´Italia, se nel Paese d´origine rischia la galera. E´ quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, con la sentenza 2907.
Protagonista del caso, all´esame dalla I Sezione Penale, è un clandestino rimasto in Italia nonostante l´ordine d´espulsione. Il tribunale di Modena ha assolto il ragazzo perché nel suo Paese d´origine (Marocco) la sua omosessualità sarebbe oggetto di persecuzione. La Cassazione ha però accolto il ricorso del procuratore, perché i giudici modenesi non avrebbero adeguatamente dimostrato la nazionalità del ragazzo, né che in Marocco esistano davvero leggi che perseguitano i gay. Nel nuovo giudizio, il giudice dovrà ora verificare se «alla stregua del codice penale marocchino sia penalmente sanzionata l´omosessualità come pratica personale e non soltanto la manifestazione esteriore di impudicizia sessuale». In quest´ultimo caso, insiste la Cassazione, «non sussisterebbe il rischio grave e inaccettabile di persecuzione» tale da giustificare la disobbedienza all´ordine di allontanamento. Ciò detto, la Cassazione ribadisce comunque il principio che un immigrato espulso può rimanere in Italia, se è omosessuale e può essere penalmente perseguito nel suo Stato. Viene così avallata un pratica ormai comune tra le 7 commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato, che da tempo contemplano l´omosessualità tra le ragioni di concessioni di un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie.
La sentenza degli ermellini non piace però al centrodestra, che si affretta a criticarla. Secondo Luca Volontè (Udc), «dopo la sentenza basterà dichiarare di essere gay per evitare l´espulsione». Fuori dal coro dell´opposizione il senatore leghista Massimo Polledri, per il quale la decisione «è legittima perché nei paesi islamici i gay sono perseguitati». Tira un sospiro di sollievo il ministro Barbara Pollastrini: «E´ una sentenza saggia e coerente con la normativa europea recepita dal Parlamento italiano». Soddisfatta l´Arcigay, perché si rende giustizia ai «perseguitati».
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