(Agenzia radicale) Stupisce questa prosa oscillante di Garelli. Ma in tutti questi anni che egli è stato nel comitato scientifico delle Settimane sociali di studio dei cattolici italiani, non si è accorto che la CEI, sotto la presidenza in particolare di Ruini, si è trasformata in una sorta di merchant-bank che sorregge anche iniziative di solidarietà sociale e che, al tempo stesso, ha un suo peso finanziario rilevante?
Nell'Avvenire del 17 gennaio un lungo editoriale di Carlo Cardia sul testo letto ieri a La Sapienza, in assenza di Benedetto XVI, colpisce per le posizioni neo-papiste lì espresse. Forse era lo sbocco naturale e quasi fatale del principale consulente di Enrico Berlinguer nella trattativa che ha portato al nuovo accordo tra Santa Sede e Italia del 18 febbraio 1984. Nel mutamento di posizioni di Cardia s'intuiscono altre motivazioni che poca hanno a che fare col livello dei valori.
Alcuni anni orsono a un convegno, a Roma, promosso dal Centro studi degli Enti Ecclesiastici dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, è emerso che quando l'istituto per il sostentamento clero della diocesi di Viterbo è stato portato in tribunale da un ex sacerdote a tutela di suoi diritti che gli riteneva violati, a difendere quell'istituto è stato proprio Carlo Cardia. Il che pone di fronte a una situazione anomala: colui che nell'ambito della commissione mista, italo vaticana, per l'applicazione del Trattato del 18 febbraio 1984, dovrebbe tutelare la laicità dello stato italiano, risulta schierato a difendere gli interessi di un'articolazione, in sede diocesana, della Conferenza Episcopale Italiana.
I 67 firmatari (universitari) dell'appello per un ''no'' a una lectio magistralis tenuta da Benedetto XVI a ''La Sapienza'', hanno fornito un alibi, si potrebbe dire storico, a un arco molto vasto di teo-con, studiosi neo-papisti e indignati che sotto la guida di un drappello di ''atei-devoti'' molto intraprendenti, punta a obiettivi politici ben precisi e rispetto ai quali la risposta del Partito Democratico, appare, fino a questo momento, balbettante. A 60 anni dal 18 aprile 1948, pur in un contesto geo-politico-religioso profondamente mutato, non e' un segno di buon auspicio. Anzi...
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