(Davide Galati - Secondo Protocollo) Colpisce a volte come certe informazioni non vengano in alcun modo diffuse dai media, nonostante la loro importanza risulti evidente quando in qualche modo se ne viene a conoscenza. Si possono assegnare a questa categoria le notizie relative allo strumento di politica della famiglia definito global gag rule ("regola del bavaglio globale"), voluto dal Presidente degli Stati Uniti George Bush. Tale misura è stata introdotta da Bush nel 2001: in realtà la misura fu promossa per la prima volta da Ronald Reagan ed in seguito cancellata durante la presidenza Clinton.
La global gag rule prevede la sospensione dei finanziamenti da parte degli Stati Uniti a tutte le ONG che si occupano di pianificazione familiare nei Paesi in via di sviluppo nel caso in cui queste si impegnino, tra i diversi progetti, in attività relative all'aborto - anche solo a livello informativo - a meno che l'interruzione non derivi da violenza o incesto oppure sia resa necessaria da minacce alla salute della donna. I finanziamenti vengono sospesi anche nel caso in cui le ONG si limitino ad effettuare attività di lobbying per rendere l'aborto legale nel proprio Paese o almeno più accessibile.
Negli ultimi anni la misura è stata inasprita ed estesa anche ai progetti mirati alla prevenzione dell'HIV/AIDS, quando seguiti da ONG che si occupano di aborto; vengono bloccate anche le donazioni di contraccettivi, inclusi i preservativi.
E' palese la connotazione teocon di questa norma, la quale non può che indurre l'effetto di aumentare il numero di donne costrette a sottoporsi all'aborto clandestino in tutto il mondo; inoltre le restrizioni all'uso dei contraccettivi comportano danni alle politiche di controllo delle nascite in Paesi tipicamente sovrappopolati.
La gravità della global gag rule è riconosciuta dall'Unione Europea: si leggano la risoluzione dell'Assemblea Parlamentare mista Unione Europea-ACP (Africa-Caraibi-Pacifico), ACP-EU 3640/03/def. del 30/01/2004, oppure la risoluzione del Parlamento Europeo sull'HIV-AIDS del 6 luglio 2006, che chiedeva al Congresso USA di invertire l'approccio global gag rule.
Il 6 settembre scorso la global gag rule è stata in realtà bocciata dal Senato statunitense; successivamente hanno avuto luogo audizioni presso la Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti, durante le quali si sono svolte manifestazioni per la sua abolizione. Attualmente il Congresso sta lavorando ad una versione di compromesso che possa essere accettata da George Bush, il quale ha minacciato di porre il suo veto all'abolizione della global gag rule. Non è ancora certo che la global gag rule possa essere finalmente abolita.
Si può agire partecipando ad una petizione organizzata dall'associazione Pro-Choice America
(http://prochoiceaction.org/campaign/cong_globalgag_091407 ).
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