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mercoledì 12 dicembre 2007

Discriminata.

(Il mio canto libero) «Sono io la vittima del sistema, sono gli omosessuali a discriminare me». con queste semplici parole dette al quotidiano Libero la povera senatrice Binetti denuncia la discriminazione ad opera degli omosessuali inviperiti per il suo innoccente voto di "coscienza" sulla norma antiomofobia.


Confidiamo che la sua abitudine a sofferenze e penitenze ben più gravi la aiutino a sopportare ancora questo fardello perché temo che, noi "binettofobi" continueremo a contestare le sue posizioni politiche integraliste e allineate agli ordini vaticani e a considerarle non degne non solo di un partito ma neanche di un Paese democratico.
Noi crudeli illiberali continueremo a lottare perché anche in Italia tutti i cittadini abbiano pari doveri e pari diritti, pari dignità e pari rispetto e continueremo a pensare che chi incita all'odio e alla violenza, chi insulta altre persone (non solo altri cittadini) per il loro modo di essere e per le loro libere scelte individuali e sociali, chi pretende di dettare a tutta la società la propria morale e di imporre agli altri le proprie visioni, le proprie scelte e le proprie scale di valori non curante delle crescenti aspettative di una piena cittadinanza debba stare fuori dalle istituzioni di un paese civile e debba essere punito per il danno sociale che arreca a tutte e tutti noi, non solo omosessuali e transessuali.

Se sostengo che un cattolico è inferiore perché sottomette la sua ragione ad acritiche autorità irrazionali, che compie pratiche innaturali come i digiuni e l'uso del cilicio e che per questo devono essere relegati ai margini della società, esclusi, devono nascondersi, non deve essere concesso loro l'accesso ad alcuni istituti giuridici, compio un atto di libertà di pensiero (forse) ma sicuramente non un atto liberale perché discrimino, insulto, incito a odio e violenza nei confronti di un gruppo, indistintamente in quanto tale. Come tale è giusto che io per questo venga punito e venga messo in condizione di non nuocere ingiustamente ad altri. Questo è il medesimo principio che si vuole estendere anche alla discriminazione nei confronti di persone omosessuali e transessuali, ed è una elementare legge di civile convivenza e di rispetto per le diversità, in particolare per quelle che storicamente sono state oggetto di discriminazione o scusa per discriminare.
Con il suo NO al Senato la cara Binetti compie un atto, non di coscienza (tutti i cattolici che conoscono non vedono perché non si debbano tutelare le persone impedendo che vengano discriminate) ma di fedeltà politica ai suoi mandanti vaticani e un atto di egoismo che le consenta di continuare a insultarci e discriminarci impunemente!
In chiusura vorrei però rassicurarla nessuno tra gli omosessuali la discrimina in quanto cattolica (la stessa solfa ripetuta dal povero Buttiglione ai tempi della farsa sulla Commissione Europea) né in quanto Binetti. Noi ci limitiamo a criticare le sue idee e le sue posizioni politiche, a ritenerle integraliste e incompatibili con un partito e un governo di centrosinistra (e il suo voto al Senato fa chiarezza in proposito), nonché incompatibili con le istituzioni di un paese democratico e con le regole della civiltà. Quel che ci auguriamo è che anche lei ne prenda atto. Oltrettutto Noi tutti, come cittadini elettori, abbiamo non solo il diritto ma persino il dovere di valutare i nostri rappresentanti (qualcuno dice i notri dipendenti) in base alle loro scelte politiche e alle posizioni espresse e in base a queste decidere il nsotro orientamento e il nostro voto.
Allo stesso tempo mi scuso per le sofferenze umane che le provoca il sentirsi discriminata, magari la aiuterà a capire cosa si prova ad esserlo, per di più da sempre per quel che si è e senza capirne neppure le vere ragioni!

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