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mercoledì 12 dicembre 2007

Omicidio di Perugia. La verità di Amanda Knox "Amo trasgredire, ma non ho ucciso Mez".

(Tiscali notizie) E' un fiume in piena Amanda Knox. Lucida, schietta e quasi mai in imbarazzo per le domande che le vengono rivolte per la prima volta da un giornalista mentre si trova rinchiusa nel carcere di Perugia, racconta di sé e della sua vita, ma soprattutto mette a nudo il personaggio che l'opinione pubblica in questi mesi associa inevitabilmente all'omicidio di Meredith Kercher. Personaggio chiave della vicenda, e iscritta nel registro degli indagati a causa dei pesanti indizi emersi in quasi due mesi di indagine, Amanda non ha difficoltà ad ammettere che quello che sta vivendo è un momento difficilissimo, che le manca la libertà, la musica, ma soprattutto che non le piace "che la gente pensi che abbia ucciso lei Meredith: "Eravamo amiche - spiega al collega Meo Ponte di Repubblica - e anche se caratterialmente diverse, a me piaceva vivere con lei".

Accusata di omicidio ma è serena - Nonostante la sua posizione rischi di aggravarsi e sul suo capo penda la pesante accusa di omicidio, Amanda si dice serena e certa che i suoi difensori l'aiuteranno a provare la sua innocenza: "Non sono preoccupata. L'affetto dei miei genitori e la fiducia nei miei difensori - racconta nell'intervista - non solo mi aiutano a sopportare questa situazione ma mi fanno sperare in una soluzione positiva dell'inchiesta".
Con Raffale un rapporto profondo - Descritta come una ragazza priva di inibizioni e incline ad avere una vita sentimentale vivace, Amanda ammette in realtà di aver ecceduto in trasgressioni, ma di avere avuto "dei boyfriends come le sue coetanee", di ricordarli tutti e di distinguere comunque tra rapporti importanti e storie occasionali. Di certo, fa capire, Raffaele non fa parte di quest'ultima categoria. Anzi. Con lui dice di aver avuto "uno dei rapporti più intensi della sua vita" e di non avergli mai chiesto di mentire in merito alle accuse per l'omicidio di Meredith. "Quella sera - racconta - eravamo insieme a casa sua. E insieme abbiamo dormito sino al mattino".
"Meredith? Non è vero che litigavamo" - All'inevitabile domanda su quelli che sono stati definiti dei rapporti burrascosi con Meredith, Amanda risponde con altrettanta schiettezza, senza mai tradire la minima perplessità. "Non è vero che litigavamo tutti i giorni - spiega. Mi piaceva vivere con lei. Eravamo amiche anche se ognuna di noi aveva la sua vita. Ho pranzato con lei a casa nostra il primo novembre. Ci siamo raccontate come avevamo passato la notte di Halloween. Io ero stata con Raffaele, lei era andata in discoteca con un gruppo di amici inglesi. Ricordo che mi disse di essersi divertita molto. Era una ragazza gentile, appassionata alla vita. Mi fa male pensare a quello che le è successo. E spesso penso che se fossi stata a casa quella sera, ora forse sarei morta anch'io".
Sulle contraddizioni: "Ero confusa" - Amanda, che dall'inzio delle indagini ha più volte ritrattato la sua versione dei fatti e per questo è stata più volte definita incoerente e bugiarda, ha una spiegazione per tutto, anche per quelle sue controverse dichiarazioni. "Ero in uno stato di grande confusione. Intorno a me c'era un sacco di gente che parlava in fretta e mi faceva domande su domande. Facevo fatica a capire che cosa volevano da me. Cercavo di rispondere ma il mio italiano è quello che è". Poi l'ammissione: "Mi rendo conto ora di aver ottenuto l'effetto contrario, attirando con quello scritto, tutte le accuse contro di me".
"Io e Raffaele siamo entrambi storditi" - Lei quelle accuse le respinge tutte e difende anche il suo ex fidanzato: "Ci siamo sostenuti l'un l'altro, cercando di farci coraggio reciprocamente, siamo entrambi storditi dalla tragedia della morte assurda di Meredith, una tragedia che non riuscivamo a spiegarci". Ultimamente la linea difensiva di Amanda e Raffaele puntava sull'assenza dal luogo del delitto, mentre l'altro indagato, Rudy Hermann Guede, è in pratica l'unico ad aver ammesso di esser stato presente quella sera.
Il 17 dicembre Amanda sarà davanti al Pm - Sempre che non ritratti ancora, Amanda ripeterà probabilmente davanti ai magistrati queste sue nuove verità ovvero di non aver ucciso Meredith ma anche di non esser stata a casa sua la sera del delitto. Nell'interrogatorio di garanzia avanti al Gip la giovane si era invece avvalsa della facoltà di non rispondere, mentre nell'udienza del riesame aveva semplicemente ribadito la propria innocenza.
Incidente probatorio per Raffaele Sollecito - Intanto gli avvocati di Sollecito, Luca Maori e Marco Brusco, sono in attesa della decisione per l'incidente probatorio sulla corrispondenza tra l'impronta della scarpa trovata accanto al corpo della studentessa inglese e la Nike del laureando barese (si è in attesa dell'autorizzazione, aveva detto il padre Franco Sollecito, per farlo laureare al più presto).

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