Nei «centri estetici» esposte le foto delle ragazze disponibili. Il «tuina», nato in Oriente, si espande a macchia d'olio. Dipendenti pagate con le percentuali sugli incassi. La polizia: controlliamo.
(Michele Focarete - Il Corriere della Sera) «Mi fa vedere il book?». Una domanda fatta da un signore di mezza età, abito grigio senza cravatta, entrato nel posto sbagliato. Il book è il catalogo con foto di massaggiatrici cinesi. E il locale un negozio con due vetrine a una ventina metri da quello sbagliato. «Da quando, la scorsa estate, hanno aperto il centro di massaggi orientali, spesso vengono da noi a chiedere il book». Lo dice allargando le braccia la titolare di un solarium di viale Abruzzi. «Qui si bada all'estetica, book di ragazze con gli occhi a mandorla non l'abbiamo ». Il locale «incriminato» è tra gli ultimi nati della grande famiglia dei negozi dove si pratica il tuina, il massaggio cinese. Solo la scorsa estate, in meno di due mesi e a distanza di un centinaio di metri l'uno dall'altro, ne sono sorti quattro. Ma la ragnatela copre l'intera città. In breve tempo si è sparsa a macchia d'olio. E quello che prima veniva esercitato esclusivamente in appartamento, ora lo si può trovare in vetrina.
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