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giovedì 29 novembre 2007

Le illusioni de "Il Tempo": Inutile provarci, la famiglia tiene duro.

L'opinione pubblica, manipolata dai grandi mezzi di informazione, si è quasi convinta che nel futuro ci sarebbero state solamente forme alternative di famiglia, che nel prossimo avvenire quella comunità tradizionale formata da un uomo, una donna e dai figli nati dall'amore consacrato dal matrimonio religioso o sancito da quello civile avrebbe lasciato il passo ad altri tipi di unione, i pacs, i dico, le convivenze omosessuali.

(Il Tempo) Invece le cose stanno diversamente come dimostra il decimo rapporto sulla famiglia in Italia del Cisf (Centro internazionale di studi sulla famiglia) per convincersene e per farsi coraggio. Si apprende, infatti, che il 76 per cento degli italiani non ritengono affatto il matrimonio un'istituzione superata, che 92 italiani su cento sono convinti che, per crescere bene, un bambino ha bisogno di una famiglia con un padre e una madre. Insomma, il modello culturale della famiglia tradizionale, quella composta dal matrimonio di un uomo e di una donna che danno alla luce dei figli, non solo resiste bene agli assalti del laicismo e del radicalismo imperanti, ma guadagna sempre più consenso nella società italiana.
La stragrande maggioranza della popolazione italiana vive in una famiglia normale ("normale", il Cisf non ha paura delle parole) e di conseguenza si aspetta norme precise che tutelino accanto, ai doveri, anche i diritti che spettano alle famiglie. Parlando chiaramente: gli italiani nella stragrande maggioranza (oltre il 93%) chiedono politiche adeguate, di sostegno e di equità a favore della famiglia che non ci sono mai state e non ci sono soprattutto oggi, mentre si moltiplicano le rivendicazioni di chi vorrebbe estendere solo i diritti dell'istituto famigliare a stili di vita diversi e minoritari anche se politicamente e mediaticamente molto ben rappresentati. "Ma che senso ha", scrivono gli estensori del rapporto Cisf "rivendicare il riconoscimento dall'essere famiglia per una mera situazione di fatto o per un puro desiderio privato. Perché mai chiedere di essere riconosciuti come famiglia se si sostiene che si vive più felici senza sposarsi".
Già, che senso ha? A ben vedere però un senso questa operazione di neutralizzazione di tutti i valori ce l'ha, ed è l'orientamento che vorrebbe imprimere alla realtà sociale del Paese l'élite nemica del diritto naturale e dei costumi tradizionali.
Sempre il rapporto Cisf ci dice, dinanzi alla pretesa dall'élite relativista di adozione dei figli da parte delle coppie omosessuali che: "I bambini cresciuti da un padre e una madre in famiglie tradizionali presentano livelli più elevati di felicità e successo rispetto ai bambini allevati da coppie omosessuali".
Dunque la famiglia regge. Il 93 per cento degli italiani ritiene questa istituzione più importante di tutti gli altri ambiti esistenziali, compreso il lavoro che pure è la fonte del sostentamento economico.

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