L'irreprensibile 68enne arrestato dopo 27 anni di delitti nel mondo gay.
(Domenico Quirico - La Stampa) E' invecchiato fino a 68 anni con i suoi delitti, metodicamente, tranquillamente, portando a spasso ogni mattina il cagnolino, ogni sera partendo per il lavoro nei cabaret dell'Alsazia e della vicina Germania, con nella borsa le calze a rete, il corsetto e la parrucca, scambiando cortesie e regalini con i vicini del suo bel condominio di Mulhouse; e ammazzando almeno 18 persone. Così, una dopo l'altra, in sistematica e ordinata cadenza. Una strage di cui bisogna seguire le gocce di sangue sulla carta geografica, undici vittime in Alsazia, quattro in France-Comtè e tre, le più recenti, nella regione parigina. Omosessuali quasi tutti. Poi tornava a casa, in treno o in tram, con la borsa sotto il braccio, un impiegato della morte, sempre gentile, caloroso, disponibile.
Un tranquillo, simpatico vecchio signore, questo Nicolas Panard, di professione artista di cabaret in pensione. E' tondo, pacioso, solo la bocca ha qualcosa di pesante, sornione e vagamente animalesco. Tutti sapevano che era omosessuale, non lo nascondeva affatto e questo in fondo era un motivo in più per trovarlo spigliato e simpatico. Poi, ieri mattina, in avenue Aristide Briand sono arrivati quelli della criminale, e hanno iniziato a perquisire con la furia di chi si prepara ad avvistare impronte che sa assai sgradevoli. Li hanno visti scendere innumerevoli volte con scatoloni pieni di oggetti libri biancheria, così per ore, fino al tardo pomeriggio. Si sono dimenticati, gli agenti, nell'ansia di iniziare il lavoro, di mettere i contrassegni sulle auto in strada; e hanno trovato le multe degli implacabili colleghi del traffico.
E' arrivato anche un volontario della società protettrice degli animali: per prendere in custodia il cane di Panard. «Solo per qualche giorno» ha sussurrato con un sorriso triste, guardandolo allontanarsi trotterellando; prima che portassero via anche lui, mentre porte e finestre dei condomini si socchiudevano per sbirciare il presunto mostro, il barbablù dalle scelleratezze più frenetiche, che hanno salutato ogni giorno, per anni. Chi ha detto che il delitto è ossessione, infuocata tenaglia del rimorso? Per Panard è stato abitudine, normalità, un dignitoso tran tran da cronaca nera.
Il procuratore di Montbéliard per ora indaga ufficialmente «solo» su sei omicidi. In realtà potrebbe essere una stima orribilmente ottimistica quella di 18 vittime; perché Panard viaggiava molto per i suoi spettacoli, anche in Germania. E la polizia sta riaprendo di furia tutti i dossier brulicanti di delitti impuniti, i casi dubbi, la svogliata putrefazione delle sparizioni rimaste senza perché. La vita dell'arrestato assomiglia a un imbuto che sprofonda come l'inferno di Dante. Inchiesta difficile, 27 anni sono tanti, i cabaret dove l'uomo si esibiva come travestito e cercava le vittime - «Le fantasio» e «Le palace Bar» di Mulhouse - hanno chiuso da tempo, difficile trovare testimoni, tracce, indizi. Si enumerano per ora le sanguinolente macerie dei supplizi di cui Panard è indiziato: Claude Madru, garagista omosessuale, ucciso a Mulhouse nell'80, forse il primo della serie, undici colpi di coltello e la testa scardinata da un pesante crocifisso; Daniel Decker, impiegato, trovato nudo nel suo studio, la faccia maciullata a colpi di ferro da stiro, per di più strangolato con un fil di ferro; Amor Delhas, un ragazzo invalido, algerino, morto e stramorto a Sochaux nel '91 per decine di coltellate distribuite al cuore, alla nuca, al collo, ai polsi; Joelle Schneider, prostituta, il cranio smantellato a martellate; Henri Figenwald, assicuratore, ucciso a colpi di statuetta e trovato con un guanto da doccia cacciato in gola, e ancora un cameriere a Colmar, un sarto in pensione.
Molto, forse, potrebbe raccontare un tunisino, Slim Fezzani, 43 anni, conosciuto come Michel nel giro dei locali per omosessuali; campava svolgendo piccoli lavori per le prostitute. E' già in prigione, condannato nel 1999 a vent’anni, colpevole ufficiale dell'uccisione dell'assicuratore di Mulhouse. Secondo la polizia sarebbe il complice di Panard, dopo esserne stato l'amante.
E' come se la giustizia fosse passata vicino alla verità senza accorgersene. Adesso ci sono mille fili staccati che bisogna ricomporre. Chi può riuscirci è il tenace poliziotto di Montbéliard che da due anni si è accanito su questi casi irrisolti convinto che dietro ci fosse un unico assassino. Forse non c'è l'avrebbe fatta se non avesse utilizzato un programma informatico, «Salvac», che allinea le similitudini di vari delitti. E allora si è imbattuto in un tranquillo signore di Mulhouse.
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