(Il Brescia) Giovedì 25 Ottobre il Consiglio comunale di Bergamo discuterà l'istituzione di un Registro delle unioni civili. Si apre così anche nella vicina cittadina il difficile dibattito per l'affermazione dei nuovi diritti e per la tutela delle nuove formazioni sociali, ben presenti nella realtà del nord Italia.
A Brescia nel 2002 si discusse un analogo provvedimento, su proposta del Consigliere dello SDI Roberto Gabana. Fu bocciato. Nella cittadina orobica però le cose partono da ben altri presupposti. Un agguerrito raggruppamento di soggetti sociali e partiti, il coordinamento Bergamo laica, si è fatto promotore di una serie di iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica e raccogliere le firme per portare la delibera in Consiglio. Segno che la tutela alle coppie di fatto non è più appannaggio della sola comunità omosessuale. Il desiderio di garantire sotto il profilo legale le coppie conviventi si estende ormai a gran parte della società. D'altra parte in Francia il 93% delle 77.362 coppie che hanno sottoscritto un PACS nel corso del 2006 è eterosessuale. Il registro è un primo e piccolo passo, capace però di avvicinarci all'obbiettivo di una legge nazionale, sempre più necessaria ed urgente.
Al di là del risultato in Consiglio, per nulla scontato, l'indiscusso merito di Bergamo laica è di aver portato maggior laicità e democrazia in un Paese che ne ha un disperato bisogno. Ad oggi sono già 56 i Comuni italiani che si sono dotati di un registro per le coppie conviventi. La speranza è che anche Bergamo entri a far parte di questo circolo virtuoso (nella foto, Roberto Bruni Sindaco di Bergamo).
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