"Non dovrei dirlo alla Moratti perché non vorrei che si scandalizzasse".
(La Gazzetta del sud) "Non dovrei dirlo alla Moratti perché non vorrei che si scandalizzasse, ma il più grande pittore di Milano era un finocchio". A Palazzo Reale a Milano per una lezione sulla "Cena in Emmaus", dipinto di Giovanni Agostino da Lodi che rimarrà esposto fino al 25 settembre nella sala delle otto colonne in occasione del Mito, Festival internazionale della musica, l'ex assessore alla Cultura di Milano Vittorio Sgarbi ha più volte rivolto "punzecchiature" al sindaco Letizia Moratti e ha riproposto il tormentone sull'omosessualità di Leonardo.
D'altronde, la lectio magistralis sul dipinto era cominciata come uno show, con un paragone "scomodo": «Ecco Ligresti – ha detto riferendosi al ricco personaggio al centro della tela – vedete? Lui sta già pensando al conto. Capite? È lì vicino a Cristo e non se lo fila...».
Sgarbi, che ha ribadito di sentirsi ancora assessore «almeno a livello formale», non ha nascosto l'intenzione di voler tornare presto a Milano con una carica istituzionale. Ha confermato di volersi candidare con una lista indipendente alla presidenza della Provincia e di puntare, con lo stesso meccanismo che lo portò alla poltrona di assessore alla Cultura del Comune, ad una buonuscita in caso di ritiro concordato di una candidatura scomoda come la sua. La carica di assessore alla Cultura della Provincia non gli dispiacerebbe: tanto, ha detto, «non è incompatibile con la carica di sindaco di Salemi» (e si è detto anche pronto «a dare una casa alla Moratti proprio a Salemi», per promuovere l'iniziativa case gratis in cambio di restauri). E se dovesse mai avverarsi, «la politica culturale di Milano la farà la Provincia», ha sentenziato, «perché il Comune non è in grado
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