(Francesco Semprini La Stampa) "Sarà quell'acconciatura virile e troppo ordinata o i tailleur che Oscar de la Renta le disegna addosso ma Hillary Clinton qualche dubbio lo ha sollevato. Lei smentisce e tiene a precisare che non è omosessuale: «La gente dice di me un sacco di cose, io non ci faccio attenzione», spiega la candidata democratica nella corsa alla Casa Bianca del 2008 durante un'intervista alla rivista The Advocate. Così la ex First Lady risponde alle «insistenti voci» sulle sue abitudini sessuali, quelle che, secondo i maligni, avrebbero contribuito a perdonare con tanta facilità il marito Bill per lo scandalo di Monica Lewinsky. «Non è vero», sferza Hillary: «Ma la gente può dire quel che vuole, io non ho nessun controllo».
La battaglia elettorale è spietata, senza esclusione di colpi. Rudy Giuliani dichiara guerra alla ex First Lady nel suo distretto elettorale cogliendo l'occasione più ghiotta, l'attacco al generale David Petraeus comparso sulle pagine del New York Times a opera del gruppo di attivisti Moveon.org: «Non difendendo il generale Petraeus dagli attacchi dell'estrema sinistra la senatrice Clinton insulta tutte le truppe», dichiara l'ex sindaco di New York. A difesa della candidata democratica scende in campo Thomas Tom Vilsack, già governatore dell'Iowa: «Mi è difficile ricordare quante mogli e relazioni ha avuto Giuliani». E il New York Times rivela che Rudy, in occasione degli attacchi dell'11 settembre 2001, ha fatto ritoccare alcune foto per esaltare la propria dimensione di eroe.
La battaglia è senza quartiere anche nei rispettivi campi. Barack Obama, che dell'assistenza sanitaria ha fatto il suo cavallo di battaglia, non esita ad attaccare Hillary Clinton accusandola di aver copiato il suo progetto. Ma il senatore dell'Illinois a sua volta deve fare conti con le accuse di eccessiva moderazione provenienti dalle componenti più dure della comunità afro-americana. Jesse Jackson sfrutta un recente fatto di cronaca: «Sui sei ragazzi neri fermati a Jena guarda dall'altra parte, si comporta come un bianco». E una rivista gossip svela l'Obama che nessuno conosce, bello e atletico in pubblico, ma non privo di vizi nel privato: del genere, non mette mai a posto la biancheria sporca.
Tra i repubblicani la musica non cambia. Il senatore dell'Arizona John McCain, ha attaccato Giuliani sul tema delle armi, proprio nel giorno sbagliato, con un'altra sparatoria in campus: «Cari amici, i proprietari di armi non sono estremisti, voi siete il nucleo dell'America moderna». McCain ha attaccato l'ex sindaco di New York, tra gli applausi del pubblico, per il suo «infido tentativo di mandare in bancarotta i fabbricanti». Ce n'è anche per Mitt Romney, il repubblicano mormone sospettato di anteporre il proprio credo religioso alle cause politiche, ha lanciato un appello al segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon perché revochi l'invito a un uomo come Mahmud Ahmadinejad che, al suo ingresso negli Usa, «dovrebbe ricevere una incriminazione per violazioni della Convenzione contro il genocidio». Ma Romney, accusano i fan di Giuliani e McCain, anziché pensare all'Iran dovrebbe guardare in casa propria perché non ha mai preso posizione sulla strage di «September Dawn»: commessa due secoli fa dai mormoni contro i coloni americani.‘‘
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