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sabato 1 dicembre 2007

Spagna. "Cambio sesso Zapatero paga il conto".

In Spagna transessuali con la mutua.

(Gian Antonio Orighi - La Stampa) Arrivano i travestiti di Stato nella Spagna del premier socialista Zapatero. Dopo aver ottenuto nel 2005 la legge sulle nozze (e sulle adozioni) omosessuali, il leader gay Pedro Zerolo, 45 anni, responsabile dei Movimenti Sociali e membro del comitato centrale della Rosa, ha annunciato la buona novella per i circa 5 mila trasngender che vogliono cambiare sesso senza spendere un centesimo (passare dal sesso maschile al femminile costa 18 mila euro, dal femminile al maschile 30 mila): «Il ministero della Sanità e le regioni approveranno il prossimo 12 dicembre i criteri che determineranno i centri clinici di riferimento per il trattamento integrale delle persone transessuali nel sistema sanitario nazionale».
Finora, gli uomini che volevano diventare donne, i transessuali femminili, e viceversa, potevano operarsi gratuitamente solo in 2 regioni delle 17 regioni spagnole: l’Andalusia, a guida socialista, e Madrid, con governo popolare (centro-destra cattolico). Altre 4 regioni, sempre governate dalla Rosa, Catalogna, Estremadura, Baleari, Asturie, prestavano solo attenzione medica. «Questo passo, è nella direzione di garantire l’eguaglianza di accesso ai transexuales alla Sanità pubblica, è una grande notizia. La riparazione di una giustizia storica è adesso più vicina», ha commentato entusiasta Martín Berenguer, coordinatore della Felgtb, la combattiva Federación Estatal de Lesbianas, Gays, Transexuales y Bisexuales. La battistrada del complicato processo medico è stata, nel 2000, l’Andalusia, la prima d’Europa ad essere transessualmente corretta. Le fasi da percorrere con aiuto di specialisti sono quattro: il diagnostico medico, che certifica la necessità di cure psicologiche necessarie per superare il trauma che vive chi è imprigionato in un corpo che non sente suo; il trattamento endocrinologico, che va da 18 mesi a 2 anni; l’intervento chirurgico e la successiva attenzione dermatologica e logopatica. In questi 6 anni, l’ospedale Carlos Haya di Malaga, la clinica di riferimento, ha cambiato completamente il sesso a un centinaio di transgender, parzialmente ad altri 72. Il totale delle persone assistite è di 575. Le operazioni gratis dei transessuali figuravano nel suo programma elettorale del 2004 di Zapatero. E l’obbiettivo è andato in porto grazie al militantissimo avvocato Zerolo, uno dei primi ad usufruire della legge per unirsi con il marito José Santos. D’altronde, le prossime legislative sono a marzo e, in fatto di diritti civili, i socialisti ci tengono a mantenere la parola data. Sette mesi fa c’è stato l’aperitivo: le Cortes hanno approvato la legge che permette ai trans di cambiare generalità su carte d’identità e passaporti senza doversi prima operare e poi passare dal tribunale. «Il problema era guardarmi allo specchio. La soluzione deve venire dalla Sanità pubblica, perché noi incontriamo problemi nella vita quotidiana, familiare e lavorativa», sottolinea Christian, 27 anni, da marzo in cura presso l’ospedale madrileno Ramón y Cajal (200 assistiti in 8 mesi). La sua odissea è cominciata 3 anni fa. Tra rimozione del seno, utero, e allungamento del clitoride, il transgender maschile ha sborsato ben 11 mila euro. In questa Spagna molto almodóvariana, i trans sono ormai accettati ovunque. Una prova? L’ennesimo Grande Fratello di Tele-5 (la tv più vista di Spagna), senza che i concorrenti lo sapessero, ha lanciato a settembre Amor Romeira, 18 anni, una conturbante trans delle Canarie che ha fatto furore. Ma l’autodefinitasi «Belva di Fuerteventura», ha partecipato allo show solo per pagarsi l’operazione e diventare anche sessualmente donna.

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