Ricerca dell’Università della California.
Strappano alle donne lo scettro della loquacità. Ma solo in alcune situazioni.
(Maurizio Molinari) “Voi donne non state mai zitte”: la prossima volta che l’uomo di casa - padre o compagno che sia - vi rivolgerà la più classica delle battute, guardatelo con sufficienza e allungategli una copia della ricerca dell’Università della California su loquacità e sesso.
Lo lascerete senza parole. Forse.
Perché, rivela lo studio della psicologa Campbell Leaper, sono gli uomini i più chiacchieroni: dalla comparazione di 70 differenti indagini sulle abitudini di conversazione nei due sessi, risulta che gli uomini tendono a voler dominare nelle discussioni, il che fa crescere il numero medio di parole utilizzate. In particolare, gli uomini parlano di più con il partner, di qualunque sesso sia, e danno il meglio quando si trovano in disaccordo con l’interlocutore. Le donne, invece, danno libero sfogo alla parlantina quando le conversazioni sono incentrate sui sentimenti e coinvolgono compagni di classe, parenti o bambini: in questo caso, la loro loquacità torna a predominare su quella degli uomini. A fare la differenza sono dunque la situazione e il genere di interazione. In ogni caso, sottolinea Leaper, “Le nostre conclusioni abbattono gli stereotipi sulle differenze di genere nell’uso del linguaggio”.
La ricerca, pubblicata dalla Personality and social psychology review, ha messo in luce anche l’influenza delle trasformazioni sociali sulle abitudini di conversazione: le donne, in lotta per la parità dei sessi sul posto di lavoro, sempre più spesso fanno ricorso a discorsi assertivi - finalizzati a dominare e raggiungere obiettivi -, mentre gli uomini hanno imparato il codice linguistico affiliativo, quello utilizzato per esprimere i sentimenti e mettersi in relazione emotiva con gli altri.
Se ora volete discutere della questione con un uomo, assicuratevi di avere molto tempo: potrebbe non smettere più di parlare
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