Il primo congresso del neonato partito dovrebbe svolgersi non prima del 2009. Almeno stando a quanto previsto dalla nuova bozza di Statuto del partito democratico scritta dal professor Salvatore Vassallo, presidente della commissione incaricata di redigere le regole interne al Pd. Il testo è stato inviato ai membri della commissione ed è già stata oggetto di riunioni informali e qualche mugugno. Lo statuto previsto da Vassallo prevede infatti l’elezione del segretario ogni due anni e mezzo con le primarie; i candidati verrebbero selezionati attraverso un congresso vero e proprio che proporrebbe ai cittadini le personalità che hanno superato una determinata soglia di consensi. Quindi, avendo fatto le primarie lo scorso 14 ottobre, il prossimo congresso si dovrebbe tenere nel 2009. In questo biennio, secondo la bozza Vassallo, avrebbe un ruolo anche il premier Romano Prodi: da presidente della Costituente, il Prof. avrà le stesse funzioni del presidente dell’Assemblea nazionale.
Niente da fare dunque per i Ds, i Popolari e gli uomini vicini a Enrico Letta che avevano chiesto di far concludere la fase transitoria entro il 2008, per avviare poi quella congressuale. Gli ex diellini, fedelissimi del presidente del Senato Franco Marini e gli ex diessini, legati al ministro degli Esteri Massimo D’Alema puntavano insomma al congresso del Pd nella primavera del 2008, al fine di riequilibrare lo strapotere del sindaco di Roma. Attualmente, infatti, gli unici organi riconosciuti ufficialmente sono l’assemblea eletta con le primarie, il segretario e il presidente del Partito Democratico. Insomma, ogni decisione viene assunta solamente da Veltroni.
L’irritazione tra le varie anime verrà sicuramente a galla sabato 22 dicembre, quando la commissione statuto del Pd tornerà a riunirsi, e non solo per scambiarsi gli auguri natalizi. Ma più probabilmente per andare alla conta: contro i veltroniani schierati sulla linea del partito leggero (o “liquido”, senza tessere e strutture) si faranno sentire dalemiani, fassiniani e popolari a difesa del partito solido (o “pesante”, dove gli iscritti possano valere). Tutti gli interessati, com’è ovvio, negheranno risolutamente che si tratti di questo, ma certo è che in quella riunione si conteranno i sostenitori e gli oppositori della linea veltroniana in merito a cosa dovrà essere e come dovrà funzionare il partito di cui il sindaco è segretario. Con pieni poteri.
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