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lunedì 26 novembre 2007

Napoli: A San Gregorio Armeno, la via dei presepi invasa dai falsi.

Viaggio nei Decumani alla vigilia delle festività.
Le bancarelle accanto ai negozi storici: “Qui trionfa il made in China”.
Ambulanti (abusivi) e caos nell´area pedonale. La resa dei vigili.

(Luigi Carbone - La Repubblica, edizione di Napoli) «Non si può andare avanti così, è una via crucis». Spaccanapoli si è trasformata in un mercato abusivo allungato sotto il cielo. Si avvicinano le festività natalizie e la strada scompare, divorata dalla merce, dai falsi che oscurano le vetrine degli artigiani. «Manca perfino lo spazio per camminare, per andare avanti, così si soffocano le vie del presepe», lamentano i commercianti. Tra spintoni, gomitate e ostacoli da evitare chi decide di proseguire spesso si sofferma a contrattare con gli illegali. «Con l´invasione del made in China le vendite sono drammaticamente calate - denunciano da Ferrigno - è sempre più difficile convincere gli acquirenti dell´autenticità dell´artigianato napoletano». Manca ancora un mese a Natale e il Decumano inferiore è già al collasso. Nell´area pedonale passeggiare è un´impresa. E i vigili già alzano bandiera bianca: impossibile far fronte, con pochi uomini, ad ambulanti e motorini che sfrecciano tagliando la folla.
Ogni anno la calca ondeggiante di San Gregorio Armeno e di via San Biagio dei Librai anima i weekend di dicembre e i giorni delle vacanze. C´è atmosfera elettrizzante, nella via dei presepi. Ma quest´anno tutt´intorno alle storiche botteghe sono cresciuti a dismisura gli ingombri. E il reticolato del centro si è trasformato in una trappola senza vie d´uscita. Le bancarelle si sono moltiplicate: a decine, napoletani e stranieri, arrivano, pochi gesti e montano supporti metallici su cui poggiano poi le tavole di compensato. Tutti vogliono stare vicino alla zona dei presepi. L´affluenza qui è continua, il business assicurato. C´è chi si attrezza con tavoli di plastica da giardino, chi usa semplici scatoloni e chi reinventa i trabiccoli usati per vendere granite. E poi ceste, sgabelli, strutture pieghevoli. Ognuno colonizza un lotto di Decumano, le superfici si accavallano, si dilatano, invadono ogni centimetro del basolato. Servono a esporre la più disparata mercanzia. Cinture, borse, automobiline, petardi, incenso, candele, borse, luci, giocattoli e imitazioni di presepi. «Vediamo i clienti sempre più stressati. La folla per noi è una ricchezza, ma cerchiamo di rimanere nei limiti del ragionevole», dicono da “I presepi di Matteo Principe”. «Perché il Comune non organizza un ingresso scaglionato alle vie del centro?», azzarda Sergio Marandola.
A rendere ancora più angusti gli spazi ci pensano gli ambulanti senegalesi che ormai preferiscono via Benedetto Croce alla più controllata via Toledo. Si spostano a fatica con enormi sacchi azzurri, sistemano gli articoli contraffatti su lenzuola bianche pronti a volatilizzarsi quando arrivano i controlli. «Per noi il Natale non arriva, incombe», spalanca le braccia Carlo Schettini comandante dei vigili urbani: «Contro gli ambulanti è una battaglia persa. Noi facciamo i controlli e loro vanno da un´altra parte». Stesso discorso per gli scooter che imperversano indisturbati. Intanto il Decumano continua a restringersi: tabelloni coi prezzari delle pizzerie e imballaggi che debordano dai cassonetti. Quando da lontano risuonano le sirene la gente non sa come farsi da parte, non c´è emergenza che tenga. Spesso le ambulanze rimangono intrappolate per lunghissimi minuti. E ora che lo spazio orizzontale si sta esaurendo comincia la corsa a quello verticale. Si attacca merce ovunque. Le teste dei passanti sono già lambite da babbi natali che si arrampicano piroettando sulle maglie false di Lavezzi.

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