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lunedì 26 novembre 2007

Tornano le femministe. Migliaia di donne antiviolenza Via i maschi, politiche fischiate.

In corteo A Roma nonne e nipoti, arabe e rom. Solidarietà e momenti di tensione.

Contestato il pacchetto sicurezza. Manifestazione tutta «rosa» 12 anni dopo l'ultima discesa in piazza. «No alle strumentalizzazioni»

(Alessandra Arachi - Corriere della Sera) La questura di Roma, da un po', ha smesso di dare i numeri della manifestazioni. Ma se ieri le organizzatrici del corteo hanno gridato: «Siamo più di 100 mila», questa volta non si può certo dire che l'abbiano sparata grossa.
Era da dodici anni che a Roma non sfilava un corteo di sole donne. «Dal 3 giugno 1995», ricorda Maria del Paese delle Donne. E getta un occhio a questo serpentone colorato: quando la testa è arrivata ai Fori Imperiali la coda deve ancora muoversi da piazza Esedra, dalla partenza. Forse i ricordi di Maria possono spostarsi addirittura ai fasti del femminismo, gloriosi anni Settanta.
Del resto anche lo striscione di apertura del corteo è senza tempo: «La violenza degli uomini contro le donne comincia in famiglia e non ha confini». Lo stringono tra le mani ragazze piuttosto giovani: qualcuna all'ultimo corteo non poteva esserci, se non accompagnata dalla mamma. Gridano: «Non vogliamo la famiglia perché è simbolo della violenza. Vogliamo parapiglia». E sembra un grido premonitore di quello che succederà.
Di lì a poco: spintoni contro fotografi e cronisti, rei soltanto di essere di sesso maschile. Ma sono poche le «separatiste » violente. Basta risalire il corteo di qualche gruppetto per trovare ragazzi a braccetto con compagne di scuola. Giovanni Rossi, 16 anni, non soltanto è venuto dall'Axa, insieme con i suoi amici Marco D'ambrosio, 17 anni, e Gianmarco Pezzoli, 16 anni. «Ho anche convinto mia madre a venire », dice. E spiega: «E' importante che ci siamo anche noi maschi per solidarietà, no? Ancora vogliamo separare i generi? ».
C'è chi vuole separare le parti politiche. E quando nel corteo fanno la loro comparsa le tre deputate azzurre Stefania Prestigiacomo, Mara Carfagna e Gloria Porcella, le «separatiste » senza indulgenza del corteo non esitano: «Andatevene via fasciste». Poco distante un gruppetto di bambine Roma di via Cesare Lombroso sta sfilando dietro uno striscione preparato dall'Arci: «Siamo con Emilia, la donna che ha denunciato l'assassino di Giovanna». Loro, minuscole, gridano con le braccia alzate: «Viva le donne ».
Era dodici anni che a Roma non sfilava un corteo di tutte femmine. E oggi c'è soltanto l'imbarazzo per raccontare i colori e i sapori di questo corteo contro la violenza sulle donne che ha riunito nelle stesse file nonne e nipoti, donne straniere, islamiche, oltre le le piccole Rom.
Ci sono tantissime giovani. Ventenni, trentenni: stanno scoprendo il femminismo. Hanno un entusiasmo che le stesse «mamme» e «nonne» si stupiscono di veder rifiorire. «Sono fantastiche», gioisce Edda Billi, storica della casa delle donne: ha 73 anni, non perderà un colpo durante le due ore di corteo.
Bisognerà aspettare la parapiglia di piazza Navona per perdere un bel po' di entusiasmo. Una contestazione che prenderà spunto dalle parole d'ordine del corteo: la contestazione al pacchetto sicurezza approvato dal Governo. Sono scritte sugli striscioni: «Se la violenza è in casa, ma che ci faccio con più polizia?». Oppure: «Non ci serve il pacchetto, ma la cultura del rispetto». E ancora: «Se la violenza è sotto al tetto che ci faccio con il pacchetto?» E' prendendo a pretesto questi slogan che a piazza Navona una cinquantina di ragazze faranno fuggire i ministri Livia Turco e Giovanna Melandri dal palchetto della diretta de «La 7», mentre un altro gruppetto contesterà a viso aperto il ministro Barbara Pollastrini. Ma la stragrande maggioranza del corteo non aderirà a questa protesta. In tante torneranno a casa contenta di aver riabbracciato amiche lontane. oppure scoperto le strade di Roma.
Gli stessi simboli disegnati sul viso, gli stessi gesti. C'è un filo rosso che lega i cortei delle femministe anni 70 con quello che si è visto ieri a Roma. Molte donne, probabilmente, erano le stesse, ma con 30 anni in più

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