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lunedì 26 novembre 2007

Per GQ i bravi ragazzi di oggi vestono Armani.

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(Menchic) È la rivista più gettonata quando si parla di stile e di uomini, propone e ripropone ogni anno anticipazioni e must, tendenze, colori, accostamenti, fantasie e linee: stiamo parlando di GQ che, anche quest’anno, ha parlato. È uno dei primi periodici ad aver ammesso errori eclatanti, commessi negli ultimi anni, in fatto di moda maschile, ma nonostante questo, GQ continua a svolgere il suo lavoro con la stessa passione che aveva nei lontani Anni Sessanta, quando la sua avventura era appena cominciata. Ed è arrivata fino ai giorni nostri, dichiarando esplicitamente che quest’anno i ragazzi, ”quei bravi ragazzi” - richiamando il titolo del noto film di Scorsese che è entrato nel Guinness dei Primati per il maggior numero di turpiloqui – vestono Armani.

Largo spazio, quindi, ai giubbotti di pelle impunturata, ai cappotti di lana, ai girocolli e alle maglie di cashmere – con collo a scialle rigato o meno -, alle immancabili camicie di cotone, a cravatte di seta, cinture di pelle, guanti e scarpe, e ovviamente ai denim provenienti da Armani Jeans. E qualcuno urla finalmente allo sbloccamento di Giorgio Armani che è andato a vincere su un campo e su un target – quello giovanile – dove gli è sempre stato difficile imporsi, sconfiggendo i pregiudizi dei critici che lo vedevano esclusivamente come uno stilista gli under e over 30. Ma attenzione, la competizione contro i marchi più trendy nel mondo dei ragazzi – D&G su tutti – non è ancora vinta, anche se il rilancio è davvero notevole. Un successo meritato e importante per la griffe che si prepara – nonostante la Pasqua sia lontanissima – a una nuova resurrezione.

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