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lunedì 26 novembre 2007

Gay: Giudice di Firenze dice no a matrimonio "Ma sarebbe concepibile".

(Asca) l giudice del Tribunale di Firenze ha respinto il ricorso della coppia di gay fiorentini che avevano chiesto di potersi sposare, ma sottolinea che ''nella societa' attuale cio' sarebbe concepibile''. Francesco Piomboni e Matteo Pegoraro, nel marzo scorso, avevano presentato al Comune di Firenze la richiesta per le pubblicazioni di matrimonio. Richiesta che era stata respinta e proprio contro la decisione del Comune i due, il 12 giugno, avevano presentato ricorso al Tribunale ordinario di Firenze. Lo scorso 22 ottobre il giudice Maria Lorena Papait ha ''ritenuto di condividere le ragioni addotte dall'Ufficiale di stato civile del Comune'' perche' ''dall'ordinamento si desume chiaramente e inequivocabilmente una nozione di matrimonio implicante la diversita' di sesso dei nubendi'', in base agli articoli 107,108, 143, 143 bis, 156 bis del codice civile. Il giudice pero' rileva che tali norme risalgono ''a un'epoca in cui non era immaginabile dal punto di vista giuridico un matrimonio tra persone dello stesso sesso, mentre nella societa' attuale sarebbe concepibile''. Il giudice precisa pero' che si tratta di ''una valutazione rimessa al legislatore'' e che ''non spetta certo all'autorita' giudiziaria, che non ha il potere di istituzionalizzare e dare rilevanza giuridica ai mutamenti del costume e della realta' sociale''. ''La decisione del tribunale non e' condivisibile - replicano Piomboni e Pegoraro, assistiti dall'avvocato Paola Pasquinuzzi - perche' ogni giudice deve assicurare ai cittadini di godere dei propri diritti, sanciti dalla Costituzione, soprattutto quando gli stessi vengono riconosciuti come diritti fondamentali a livello internazionale, come il diritto di sposarsi''. I legali della coppia hanno presentato quindi un altro ricorso, lo scorso 14 novembre, alla Corte d'Appello di Firenze e sono pronti, eventualmente, ad andareanche in Cassazione. ''La giurisprudenza - sottolinea l'avvocato Pasquinuzzi - puo' intervenire per riconoscere un principio essenziale, semplicemente interpretando le norme, dato che nel nostro ordinamento non c'e' una definizione di matrimonio. Il giudice poi deve tener conto oltre che della Costituzione, che non parla di matrimonio tra uomo e donne ma semplicemente di famiglia, anche dei principi comunitari''.

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