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lunedì 26 novembre 2007

Quando la città è gay-friendly, ma l'albergatore no.

(Queerblog) Ci sono tante tolleranze verso il mondo omosessuale. Basta che non si tocchi lateralmente il tema sesso. In fondo alcuni di quelli che sostengono di essere “amici dei gay” non sono altro che persone che accettano la parte gaia del ragazzo o della ragazza omosessuale dimenticandosi che siamo sessuati e non dei cartoni animati.

Il turismo anche in territorio italiano è ormai spesso gay-friendly, ma spesso quegli alberghi e quelle strutture che si elevano con tale titolo, diventano molto meno friendly quando può aleggiare la possibilità che certe stanze non siano ospitate solo da due ragazzi “simpatici e carini e ben vestiti”, ma anche da persone che possono (e vogliono) divertirsi e amarsi in serenità.

A qualcuno questo aspetto più che lecito proprio non va giù, come è accaduto recentemente in un albergo olandese, a Vredenburg, città che si fregia del famoso titolo di cui sopra, dove in sostanza un ragazzo, Morne Stickling, chiede a questo albergo di lusso dal nome molto italico, Villa Vita Nouva, una stanza doppia con letto king-size. Il letto che nasce per essere un comodo nido d’amore.

In coda all’e-mail dopo aver dato le generalità, giusto per cortesia finale, il potenziale cliente sottolinea e spera che l’albergo sia ospitale verso i gay. Non l’avesse mai fatto. Ecco la risposta del padrone infuriato:

“Noi non siamo certamente gay-friendly, e siamo cristiani. Non abbiamo mai avuto nessuna coppia gay ospite dell’albergo e preferiamo che ne stiano fuori. Questo significa che cancellerò la sua prenotazione esercitando il nostro diritto di ammissione alla struttura.”

Manco fossero due criminali. Il problema vero non è il rifiuto, ma rimarcare la propria cristianità proprio solo ad uso e consumo e solo quando il cliente ha chiarificato molto serenamente di far parte di una coppia omosessuale e di voler essere ospiti in una stanza da sogno normalmente utilizzata da coppie etero in cerca di romantico accoppiamento.

Come dire: dall’alto l’Assessore al Turismo Andre Kruger fa il moderno declamando di ospitare chiunque senza problemi. Poi l’albergo non resiste psicologicamente alla possibilità che i due ragazzi possano condividere lo stesso letto d’amore per una notte.

Perchè alla fine il pregiudizio è davvero solo di matrice “schizzinosa”, come se le coppie etero certe notti vacanziere si guardassero solo negli occhi giocando a Dama. La coppia si è così ritrovata a dover cambiare destinazione. Proprio come Giuseppe e Maria prima di trovare la grotta, che strana coincidenza.

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