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domenica 25 novembre 2007

Continua la telenovela del chierichetto gay. I colonnelli del movimento soffiano sul fuoco.


Scandalo omosessuale ad Este. «Non sono pedofilo, denuncerò quella donna». Alberto Ruggin accusato da una mamma al «Farinelli» sarà assistito da Arcigay. Dalla parrocchia giunge la solidarietà di molti ragazzi.

(Il Mattino di Padova) «Mi hanno accusato di pedofilia. Saprò difendere il mio onore nelle sedi opportune. Denuncerò quella donna». Così, spalleggiato da GayLib e da Arcigay, Alberto Ruggin, il giovane omosessuale ventunenne allontanato dal coro perché apparso nella trasmissione «Ciao Darwin» di Paolo Bonolis, reagisce alle gravissime accuse che l’altra sera, nel corso dell’incontro tra la parlamentare leghista Paola Goisis e la parlamentare di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria, gli sono state rivolte da Manuela Soattin, una donna di Este, madre di quattro figli.

«Sono stato ingiustamente e pubblicamente accusato da una sostenitrice della Goisis di essere stato allontanato dai miei incarichi di catechista e di chierico perché avrei “toccato” dei ragazzini, ma chi mi conosce sa che sono persona integerrima e mossa da una spiritualità convinta, tanto che dalla parrocchia stessa stanno arrivando le opportune smentite».

Nei prossimi giorni Alberto si recherà nella caserma dei Carabinieri per presentare denuncia. Alessandro Zan gli metterà a disposizione l’ufficio legale di Arcigay. Enrico Oliari, presidente nazionale di GayLib, in una nota osserva: «Trovo incredibile il dibattito dell’altra sera: uno spettacolo raccapricciante. E’ il peggio, sotto il profilo umano, che il partito di Bossi poteva dare di sé. La Goisis con arroganza e veemenza ha affermato che gli omosessuali sono errori della natura. Trovo abberrante che un deputato arrivi a toccare il fondo insultando cittadini che lavorano e pagano le tasse».

Ma veniamo alla serata. Tanto la Goisis era veemente, quanto Luxuria era pacata. Tanto da invitare la sua collega, in più di un’occasione, a riportare il dibattito sul binario del confronto civile. Si doveva parlare di famiglia ma, inevitabilmente e subito, il confronto è scivolato su numerosi altri temi quali la sicurezza, l’immigrazione e l’omosessualità. Ovviamente le posizioni sono contrapposte. La parlamentare leghista non risparmia pesanti critiche ai numerosi gay presenti in sala arrivati per appoggiare Alberto Ruggin, seduto in sesta fila. Prima offende Luxuria definendolo un «errore della natura» poi, quando il caso viene sollevato dal moderatore Filippo Tosatto, spara a zero anche contro Ruggin: «Perché è venuto a sbandierare che è omosessuale. Chi se ne frega? Non mi piace l’ostentazione - dice - nessuno ti è venuto a cercare». E’ in questo contesto che interviene anche Manuela Soattin: «Sono madre di quattro figli, Alberto toccava i bambini nelle parti dove solo le mamme possono vedere...». «Insomma l’accusa è di pedofilia. Alberto è scoppiato in lacrime e piangendo è uscito dalla sala, seguito da amici ma anche da persone qualsiasi che gli esprimono la loro solidarietà.

Da Manuela Soattin prende immediatamente le distanze anche la parrocchia tramite Carlo Zaramella: «Quella signora - dice - si prenderà tutte le sue responsabilità per quanto sostiene. Per noi Alberto è un figlio che può ritornare nella nostra parrocchia». Solidarietà anche da Vladimir Luxuria: «Giusto che Alberto denunci quella donna. Mi auguro inoltre che trovi un punto di incontro con don Paolino».

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