(Wordwrite blog) Fino a qualche mese aborrivo l’idea di questo partito democratico. Facevo parte della schiera di persone che non comprendeva quello che consideravo un suicidio della sinistra. Applaudivo Diliberto che chiamava i DS a guardarsi a sinistra per fare la Cosa Rossa e litigavo ogni giorno con chi si batteva per questo partito di vecchi, maschi, bianchi, eterosessuali.
Nel corso di questi mesi e’ accaduto che due donne del futuro PD, sulla base di questa maggioranza che va da Giordano a Mastella, non siano nemmeno arrivati al voto. Il governo e’ quasi caduto quando Andreotti ha lanciato un chiaro segnale omofobo. Questo governo non ha i numeri per fare passare i DICO, ma in questo governo c’e’ la Bonino della Rosa del Pugno, ci sono i socialisti, ci sono i verdi e i comunisti. Nessuno di loro ha minacciato di fare cadere il governo per i diritti di 4 froci e quindi considero TUTTO il centro sinistra responsabile di questo. Non Prodi. Non la Bindi. Non Fassino. Tutti, nessuno escluso.
E’ accaduto anche che su tutti i problemi del Paese piu’ importanti, nessuno, da sinistra, sia stato in grado di produrre ragionamenti dignitosi: energia, scuola, universita’. Si sentono gli eco dei no o vaneggiamenti sulla conversione ad energia solare di tutto il Paese. La politica non e’ un gioco, non e’ la gara a chi la spara piu’ grossa. La politica tiene i conti delle risorse e delle necessita’ del Paese e non puo’ dire no a tutto e nemmeno si’ a qualsiasi cosa. E’ vero che in questo momento il partito piu’ gay firnedly e’ la costituente socialista. E’ vero. Ed e’ bello che esista. Ma non basta. La battaglia da portare avanti deve essere trasversale e profonda: dal coming out quotidiano al dibattito politico sulla questione omosessuale, questione che non puo’ essere condotta solo da macchiette che fanno audience, ma da da persone di profilo completo (come Vendola per esempio).
Nessun diritto degli omosessuali passera’ senza il partito democratico(viviamo in democrazia…per sfortuna): questa consapevolezza deve essere il discrimine delle nostre volonta’: vogliamo morire sposati o incazzati?
Cosi’, tappandomi il naso sulla questione dei miei diritti e delle persone che con me fin dalla nascita condividono dolore e discriminazione, ho capito che se questo Paese ha una possibilita’ c’e’ l’ha in un grande partito progressista, leggero, non ideologico.
Lunedi’ i nomi vecchi di tanto burocrati riempiranno le fila della costituente del nuovo partito. E’ vero. Accanto a loro forse ci saro’ io, forse ci saranno tanti IMille (cervelli in fuga, giovani studenti, imprenditori, gente che prima di ora non aveva fatto politica e che non vuole farla per mestiere), ci saranno giovani che ho visto persino piangere in una riunione organizzativa perche’ avevano sperato di avere piu’ spazio. La meta’ saranno donne. Questa e’ la vera novita’ e malgrado io non sia affatto femminista ritengo che la femminilita’ (che non sono tacchi a spillo e fondo tinta) possa dare un’impronta diversa, grazie allo sguardo di ascolto e accoglienza che le donne hanno per natura. Le primarie hanno avuto e avranno il merito di avere creato molta aspettativa in giovani e donne.
In ogni collegio ci saranno almeno 5/6 liste. Di ognuna (tranne per i due outsider) e’ possibile che i capolista passino. Questo significa che a prescindere dalla battaglia per i candidati segretari, ognuno di noi puo’ scegliere delle persone migliori di altre.
Se lunedi’ questo partito non ci piacera’ sara’ anche colpa di chi a votare non ci e’ andato. Ma intanto sara’ cominciato (da lontano, lo so) un cammino inarrestabile. E’ certo che se questo partito riuscira’ con i suoi numeri ad emanciparsi da Dini e Mastella, nella prossima legislatura metteremo la prima pietra: una qualche schifezza di diritto, ma pur sempre un inizio. Il primo passo per il matrimonio.
-
Nessun commento:
Posta un commento