banda http://blografando.splinder.com

sabato 13 ottobre 2007

Gli stilisti della rivoluzione in mostra a Palazzo Strozzi

Dal 12 ottobre a Firenze l'esposizione "ControModa - La moda contemporanea". Duecento abiti per testimoniare il passaggio dalla sartoria alla couture globale.

Così alcuni designer cambiarono il concetto di stile, facendo sì che la moda fosse non solo interpretazione del proprio tempo, ma anche dispositivo capace di registrare i cambiamenti culturali e sociali. Le opere di Pucci e Moschino, Prada e Gigli, Armani e Margiela, Gaultier e Missoni, Versace, Dolce e Gabbana, Mugler, Miyake, Alaia, Yamamoto, Cardin, Westwood e molti altri dei più importanti creativi che hanno rivoluzionato la moda negli anni recenti danno vita a ControModa - La moda contemporanea, un'esposizione che apre i battenti venerdì 12 ottobre a Firenze, Palazzo Strozzi, dove resterà fino al 20 gennaio 2008.

GUARDA LE IMMAGINI

Duecento abiti provenienti dalla collezione permanente del LACMA, il County Museum of Art di Los Angeles, trovano spazio nelle grandiose sale del palazzo, capolavoro indiscusso dell'architettura rinascimentale. Quattro le sezioni della mostra - Costruzione, Forma, Materiali, Concetto - secondo un percorso che parte dalla trasgressione delle regole ferree della sartoria per arrivare alla nascita della moda globale.
Gli abiti esposti raccontano "come la costruzione della tradizione sartoriale con le sue tecniche meticolose venga abbandonata - spiega la curatrice della mostra, Maria Luisa Frisa - per sottolineare particolari un tempo nascosti: cuciture, orli sfilacciati, bottoni finti come nella giacca di Martin Margiela, tra le creazioni in mostra, indossabile al diritto e al rovescio". L'abito non serve più a nascondere i difetti e a far risaltare le qualità: la forma, quindi, può modificare le linee del corpo, avere una modello geometrico autonomo. Il corpo diventa una componente dell'abito, e non viceversa.

Infinite le possibilità create dagli sviluppi della tecnologia tessile. Precorritore dei tempi, Emilio Pucci con i jersey in seta stampata, fino alla carta di gelso utilizzata in un soprabito di Miyake, mentre Miuccia Prada unisce strisce di plastica alla seta. "Sicuramente è mutato il concetto di ciò che è ritenuto portabile - spiega ancora Frisa - mentre molti artisti contemporanei ricorrono al linguaggio della moda per esprimersi".

I designer presenti in mostra sono quelli, insomma, che hanno sovvertito le convezioni del bello e le regole del gusto. Che hanno dato vita a una poetica che ha portato la loro moda a superare i canoni di forma, proporzione e modello. "Quelli che hanno fatto dimenticare la definizione di moda come arte minore - dice Lorenzo Bini Smaghi, presidente della Fondazione Palazzo Strozzi - definendone il ruolo primario nella cultura contemporanea. La moda è specchio dei tempi: non può essere separata né dall' identità italiana, né da quella fiorentina, che l'ha vista nascere".

Sphere: Related Content

Nessun commento: