Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto e letto, senza dar loro troppo peso, due comunicati che, curiosamente anche se in forme diverse, dicono la stessa cosa e sottintendono comunque lo stesso disagio che provano i gay di destra e di sinistra quando devono partecipare alle grandi riunioni di partito a cui fanno riferimento.
Il primo è quello di GayLib: (Ap com) Ci saremo anche noi, ma per la prima volta intendiamo aderire non più come singoli partecipanti ma come Associazione di gay liberali di centrodestra alla manifestazione organizzata da Alleanza Nazionale e dal Comitato per le libertà, che si terrà sabato a Roma". Lo afferma in una nota Enrico Oliari, presidente di GayLib, l'associazione gay di centrodestra".
Ma è forse per la paura delle pernacchie che GayLib fa retromarcia? Infatti dopo poche righe il comunicato come se facesse marcia indietro così prosegue:
(…) Non intendiamo, inoltre, sfilare con le nostre bandiere perché la tematica dei diritti delle persone omosessuali non è ancora nel programma del centro destra (gaylib propone le unioni omoaffettive). Siamo orgogliosamente gay, orgogliosamente di destra e altrettanto orgogliosi di scendere in piazza con la bandiera di Alleanza Nazionale.
Il secondo, quello dell’Arcigay, più stringato, più furbo e quindi meno ingenuo di quello di GyLib ha già pensato prima alle pernacchie e dice:
”(Dire) Non l'Arcigay come associazione ma il suo presidente onorario Aurelio Mancuso a titolo personale. Il movimento glbt sara' in piazza il 20 ottobre ma senza adesioni ufficiali da parte della piu' grande associazione che li rappresenta.”
Più onesti ed al solito più seri quelli del Circolo Mieli che dice in un comunicato:
” Apprendiamo adesso da un agenzia della Dire che il Circolo Mario Mieli non adirebbe alla manifestazione del 20 ottobre, facendo la distinzione tra l'associazione e il suo Presidente. In realtà il Presidente del Circolo Mario Meli, Rossana Praitano, è tra i primi firmatari della manifestazione alla quale il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli aderirà compatto, e sarà lì in piazza per rivendicare i contenuti politici della piattaforma”.
Morale: A parte un sonoro "ecchisenefrega come e perchè ci andate" e che sgorga poprio dal cuore, ormai è chiaro a tutti che ognuno (salvo il Circolo Mieli) pensa alla propria convenienza.
Ma soprattuto salta all'occhio in modo palese che entrambi temono l'omofobia e preferiscono un'azione, anzi, un'adesione, di basso profilo, defilata.
Come si dice:"Volare bassi per non pigliare i sassi."
Una domanda a GayLib e all'Arcigay: Quando i diritti per gli omosessuali saranno concretamente in discussione in un programma governativo e politico a sinistra come a destra?
Crediamo che mai come in questo momento in cui i nostri più elementari diritti civili vengono messi in discussione o dimenticati, ai raduni di massa organizzati da partiti o sindacati si debba partecipare con i propri striscioni e le proprie bandiere e non da privati cittadini seppur legittimamente. C'è comunque sempre un'alternativa: dimettersi.
Grillini può piacere o non può piacere ma ad esempio alla manifestazione del 20 ottobre avrebbe portato l'Arcigay in massa perchè non sarà messo in discussione solo il Welfare ma anche le promesse fatte nel programma governativo dell'unione e non mantenute. E fra queste ci sono i pacs, poi cus, poi dico e poi, dimenticati.
Salta all'occhio ed è sempre più chiaro che da una parte come dall'altra le dirigenze sono del tutto inadeguate.
Ndr. Il comunicato di cui parliamo in questo articolo è l'ennesimo maldestro scivolone dopo quello relativo alla solidarietà data al Monsignore gay e poi tolta.
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