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venerdì 12 ottobre 2007

Ancora sull'esclusione di Malgioglio.

(Andyviolet blog) Lugete Veneres Cupidinesque... L'incipit del carme catulliano sul passerotto morto mi è subito balzato in mente appena appresa la notizia dell'esclusione di Cristiano Malgioglio dall'Isola dei Famosi, ricordando il suo delicato duetto con l'uccellino catturato qualche giorno prima sulla spiaggia, correndo come la vispa Teresa dietro la gentil farfalletta. Reminiscenze neoteriche a parte, la ragione che mi spinge a scrivere due righe su un fatto futile come l'esclusione di un concorrente da un reality show risiede in una ipotesi, formulata in corso di programma dal giornalista, nonché dottore in sociologia, Alfonso Signorini, riguardo la possibile esclusione di Malgioglio a causa della sua omosessualità, che avrebbe spinto il pubblico a preferire una più "normale" Miriana Trevisan alle intemperanze viziettistiche dell'ex paroliere di Mina. L'idea di Signorini non trova molti appigli: Cecchi Paone, bisessuale dichiarato e militante dei diritti per gli omosessuali, nonché anticlericale fervente, è stato salvato nel confronto col quieto capo di famiglia Sandro, i cui ardori per il gentil sesso non erano affatto sopiti.

E se guardiamo ancora più indietro, il metrosessualissimo Johnatan del Grande Fratello, che in quanto a gridolini e moine non aveva nulla da invidiare alla Regina Malgi, non solo ha vinto il gioco, ma è anche uno dei pochi concorrenti di reality shows ad aver trovato lavoro stabile in televisione, mentre in un altro programma della Ventura, il defunto Music Farm, Ivan Cattaneo ha sfiorato la vittoria. Di certo, l'ipotesi di Signorini affonda le sue radici in un fatto purtroppo reale, ovvero la grande frequenza degli atti omofobici contro le persone effemminate. Io stesso, ai tempi del liceo, ho potuto constatare che un'omosessualità, anche dichiarata, ma non accompagnata da gesti muliebri può passare del tutto inosservata e non scatenare reazioni di alcun tipo, mentre anche un lieve accenno di femminilità scatena le malelingue se non la violenza.

E' inoltre noto che all'interno della stessa comunità gay vi sia una sorta di autodiscriminazione verso chi presenta atteggiamenti femminei, spesso accusati, ingiustamente, di essere i responsabili della non accettazione dell'intera categoria da parte della società civile, ed io stesso, iniziando questo articolo, non ho risparmiato ironia sugli atteggiamenti da Diva dell'autore di Sbucciami. Paolo Poli, in una intervista a Che tempo che fa, alla domanda di Fazio sul perché avesse lavorato così poco in televisione, rispose che semplicemente non c'era posto per un effeminato nella televisione pubblica: non per un omosessuale, ma per un effeminato.
E' inoltre di queste ore l'intervista a Cossiga in cui il senatore ammette candidamente che nella DC dei tempi d'oro l'omosessualità non era un ostacolo alla carriera, purché tenuta segreta. Ci chiediamo poi da dove vengano idee come la legge Don't Ask, Don't Tell vigente nell'esercito americano, che non fa altro che applicare lo scetticismo di Hume: ciò che non si vede, semplicemente smette di esistere.

Post Scriptum:

Da registrare l'infelice uscita di Emanuela Falcetti, la quale, in diretta all'Italia sul 2, ha ritenuto opportuno ritirare la parola UOMO nel riferirsi a Malgioglio, sostituendolo col neutro PERSONA, suscitanto giustamente la protesta de La Pina, presente in studio.
Cara Falcetti, forse il suo errore è stato dettato da inesperienza nel campo delle terminologie glbt (tant'è vero che ha affermato di aver ritirato il sostantivo uomo temendo che Malgioglio si offendesse), per cui la informo che può tranquillamente definire uomo un omosessuale, giacché se fosse donna, non sarebbe più omosessuale. E' una semplice questione di logica verbale.

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