Paolo Poli, con la commedia da lui scritta e diretta “Sei brillanti” porta in scena un quadro satirico del secolo scorso tramite la “cronistoria” di sei celebri giornaliste della stampa nazionale.
(Dimitri Buffa - L'Opinione) I matrimoni degli omosessuali? "Roba da burocrati, se mi dovevo sposare non valeva la pena di essere gay". Viva la faccia della sincerità, e viva un maestro di arte e vita come Paolo Poli che si confessa un po' a ruota libera con il nostro giornale. Un consiglio: non perdetevi il suo spettacolo romano alla Sala Umberto. Ancora fino al 4 novembre fate a tempo per comprarvi i biglietti.
Negli ultimi tuoi due spettacoli fai meno satira e più letteratura. Come mai? E' la politica italiana ad averti nauseato?
Beh quella ormai ha nauseato tutti da un pezzo. Però voglio farti notare che io nei miei spettacoli ho sempre prediletto il lato letterario, perchè la poesia, come anche la prosa, fanno parte della mia vita e della mia cultura. D'altronde la letteratura contiene già la politica."
Vedi mai la televisione? Che te ne pare dei suoi programmi?
A dire il vero io a casa il televisore non ce l'ho. Sono gli altri che me la raccontano. E spesso mi dicono: beato te che non ce l'hai la televisione perchè non se ne può più di questi politici che blaterano tra di loro. Quello che ti posso dire è che invece della falce e il martello si vede ricicciare il binomio libro e moschetto. Almeno questa è la mia impressione.Anche perchè si producono le armi perchè i negri si sparino tra di loro.
Sei uno di quelli che crede che l'arte debba essere rivoluzionaria a tutti costi?
Quando mai, con il teatro e con il cinema la rivoluzione non si è mai fatta. Io sono convinto che Brecht fece benissimo ad andarsene in America, contro la forza la ragion non vale. Per fare finire una guerra spesso ce ne vuole un'altra.
Perchè raccontare lo scorso secolo proprio attraverso sei giornaliste come nel tuo ultimo spettacolo?
Perchè no? Forse ne volevi sette come i nani? A me ne andavano bene sei. Perchè l'ora è di sessanta minuti e io ho fatto sei brevi interventi di dieci minuti l'uno. E io sono molto amante del metro perchè fu inventato e deciso durante la rivoluzione francese, che io bacio la terra dove essa avvenne.
Perchè?
Perchè a noi in Italia ci avrebbe fatto tanto bene averne avuta una ma finora non è mai successo .. non ci siamo mai arrivati e mai ci arriveremo perchè essendo l'Italia il regno del Papa, rimaniamo bene così…
E cosa raffigurano queste sei giornaliste? La storia dell'ultimo secolo appena trascorso?
In realtà non di storia trattasi ma di realtà, di cronaca. Descrivono le disperazioni. La prima parla delle truculenze dell'inizio del secolo. L'amante di Carducci ha scritto un libro sulla droga, che è una signora come un serpente… vieni cara quanti anni hai, dodici e la mia sorellina otto, benissimo venite a trovarmi a Londra… uhh che strana polverina… si chiama cocaina, poi arriva il gatto che volle la puntura di morfina, allora non c'era il Minculpop e si poteva dire ciò che si voleva…e poi l'altra giornalista, la signora Mura, che è lo pseudonimo di una che si chiamava con un nome molto più banale, ha scritto un libro che si chiamava "Perfidie", raccontando degli amori lesbici. Mette una specie di punizione già nel titolo. Non lo chiama meraviglie o allegrie. Come i personaggi di Carolina Invernizio che raccontano sì il peccato, ma con travaglio e pentimento.. con le prostitute che dicono: "Ah quello sciagurato mestiere che facciamo", senza invitare il lettore ai piaceri della prostituzione… dopo ho preso la cronista Paola Masino, una giornalista che fece nel 1929 un gran rumore sulla rivista di Zavattini, "Omnibus", pubblicando un quadretto dialogato sulla fame in cui c'è un padre che sgozza i suoi figlioli perchè non ha nulla da dar loro da mangiare, e fu proibito dal regime di Mussolini nel 1938 quando fu pubblicato sul giornale "Le grandi firme". E già all'epoca lettere di insulti.. a quei tempi si andava in galera per accattonaggio perchè ufficialmente i mendicanti non esistevano…
Gli antesignani del sindaco di Firenze?
Si e di quelli leghisti del Nord Italia. E poi in Italia non si parlava di pederastia, l'omosessualità non esisteva…
Come nell'Iran di Ahmadinejad?
Sì appunto, si diceva, ma no, queste sono robe degli inglesi.
A proposito di omosessualità, ho letto tue interviste a riviste gay come "Babilonia" in cui ti dichiari contrario ai pacs e poco entusiasta dei gay pride. Sarai mica un conservatore?
Per forza, appartengo alla prima metà del secolo passato, anche Balzac e Tolstoj erano conservatori. Te, ti piace il matrimonio? Sei sposato? No? E allora? Il matrimonio è orrendo per me. Uno diventa omosessuale per trasgredire mica per sposarsi. Sì ci sono le convivenze, le amicizie, i modus vivendi, ma vaffanculo a tutta questa burocrazia. Se mi volevo sposare, mi trovavo anche io una brava ragazza, che certo non mi mancavano. Non adoro la politicizzazione del movimento gay, è troppo ideologica.
Insomma non bisogna prendersi troppo sul serio?
Ma sì anche io nelle interviste parlo spesso a vanvera e i giornalisti ci mettono del loro per farmi dire le cose che vogliono. Ma a me sta bene così. Mi ci vedi a fare l'opinionista a "Porta a porta"? Il mio lavoro è quello che fò nel teatro. Basta. E' che oggi chiedono a Cicciolina un parere serio sulla politica, mentre da Andreotti pretendono la barzelletta."
E tu che sei una memoria storica del teatro italiano, come ricordi i tempi di Paolo Stoppa, Rina Morelli e Enzo Ricci?
Come un'epoca di professionisti veri, gente che provava continuamente le parti, che aveva una memoria prodigiosa, come la mia d'altronde.. le compagnie erano capocomicali, due, tre bravi attori, e tanti giovani che crescevano dietro di loro, poi c'erano i caratteristi...che sostenevano anche il cinema di regime…
E i registi?
I nostri cineasti avevano capito che la forza del cinema americano non era solo nel creare il divismo ma anche nei caratteristi. La forza di Biancaneve erano i sette nani.
Tu cinema non ne hai fatto molto?
In gioventù, per sopravvivere negli anni '50. Era della robetta, ho fatto i fumetti…ho fatto di tutto… anche delle cose che non posso dire alle famiglie. Ho persino insegnato a scuola per un paio di anni.Questo adesso lo posso dire, tanto oggi la figura dell'insegnante ha perso la sua sacralità da libro Cuore.
Perchè il cinema americano aveva tutto quel successo?
Perchè vendeva alla gente i miti. E infatti Chaplin e la Garbo hanno venduto al pubblico americano la propria aristocrazia. Lascia stare che interpretavano ruoli popolari, la Garbo veniva da Ibsen, Chaplin quando mangiava la scarpa lo faceva su quattro punti come se si fosse
1 commento:
HARGH!!! Perchè l'intervista finisce mozzata così!? Dov'è l'altro pezzo?
Posta un commento