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lunedì 1 ottobre 2007

Iervolino in piazza con i gay.

Il primo cittadino partecipa alla manifestazione contro le discriminazioni sessuali, la mafia e il fascismo.
Il sindaco: “No a una Napoli omofoba e intollerante”.
“Sì all sportello con numero verde e percorsi formativi nelle scuole”.
“Qualcuno mi ha chiesto perché sono qui, ribalto la domanda: perché no?”

(Cristina Zagaria La Repubblica. edizione di Napoli) «Napoli deve essere una città coraggiosa. Una città che dice no all´omofobia, alla camorra, alle discriminazioni». Il suo «no» il sindaco Rosa Russo Iervolino lo grida dal palco organizzato in via Verdi dalle associazioni gay e lesbiche. Dopo gli atti di intolleranza ad Agnano, Sorrento, Capaccio e piazza Bellini di quest´estate. Dopo la manifestazione di due domeniche fa, “Napoli Raimbow”, proprio in centro storico, dove sono sbarcati a Napoli i rappresentanti nazionali di Arcigay, Rosa Russo Iervolino, scende per la prima volta apertamente in campo, per dire no «a una Napoli omofoba». «In questa città abbiamo tanti problemi - dice il sindaco - Ma non estremizziamoli, non mistifichiamoli. Ci sono stati episodi gravissimi contro i gay, ma ora pensiamo alle iniziative positive e a cosa si può costruire». Dice «no» la Iervolino. La manifestazione, che comprende nel suo manifesto la lotta alle discriminazioni sessuali, alla mafia e al fascismo, è organizzata dal Coordinamento campano gay-lesbiche-transessuali. Il sindaco sale sul palco e chiama, come in un concerto: «Tano, Tano Grasso, senatori, onorevoli, assessori, presidenti delle municipalità, presidente dell´Arcigay, dove siete? Tutti sul palco, con me, con noi». Applauso.
In via Verdi, a due passi da Palazzo San Giacomo, non ci sono molte persone di domenica pomeriggio, con il Napoli in campo contro il Genova e il sole: un centinaio di ragazzi. Ma ci sono anche molte famiglie. E il sindaco le nota subito: «Sono contenta che ci sono molte madri, perché questa manifestazione deve portare rispetto, comprensione e solidarietà anche nelle famiglie». Parla per 27 minuti, il sindaco. Quasi senza prendere fiato. Parla della Costituzione che «riconosce tutti come cittadini italiani, senza differenze». E ricorda le “Quattro giornate” (28 settembre-1 ottobre 1943): «In questi giorni ho deposto tante corone. Ed è giusto ricordare i caduti. Ma anche questa manifestazione per la dignità, la pace e la solidarietà è nello spirito delle “Quattro giornate”, cioè di una Napoli antifascista e democratica». Il sindaco si concede una battuta anche per chi ha criticato la sua partecipazione alla manifestazione, come la presidente del Consiglio regionale Sandra Lonardo Mastella o il comitato provinciale “La Destra”. «Qualcuno mi ha chiesto perché sono qui oggi - dice il sindaco - Ribalto la domanda. Perché un sindaco non dovrebbe partecipare a una manifestazione contro la discriminazione nella sua città?». Carlo Cremona (presidente I-Ken), Giordana Curati (Vicepresidente di Arcilesbica) e Laura Matrone (presidente Mit-Napoli) dal palco chiedono al Comune «una campagna di informazione sulle differenze; uno sportello con un numero verde; un comitato per l´ordine e la sicurezza in prefettura, dedicato ai nuovi casi di omofobia; percorsi formativi nelle scuole».
E la Iervolino dice sì a tutto: «Incontro domani (oggi ndr) le associazioni omosessuali, insieme con l´assessore alle Pari opportunità Valeria Valente. Per le richieste fatte oggi c´è totale disponibilità. Solo per la prefettura non posso decidere, ma penso che potrei proporre, con una cadenza di tre mesi in tre mesi, al tavolo per l´ordine e la sicurezza pubblica un pacchetto di interventi e proposte sui vari problemi di discriminazione». Tanti gli interventi a ruota di quello del sindaco. «L´omofobia nasce nella mentalità mafiosa» dice Tano Grasso, presidente onorario della federazione Antiracket. «In parlamento stiamo lottando per una legge contro le violenze» incalza l´onorevole Daniele Capezzone. Intervengono anche Francesca Polo, presidente nazionale Arcilesbica, Fabio Giuliani di Libera, Ines Picardi, segretario regionale della Camera del lavoro. E tra applausi bandiere viola e manifesti contro le discriminazioni, la camorra e il fascismo, la festa finisce con un concerto dei “Free lovers” e «l´impegno per un lungo inverno di lavoro», come promettono unite le associazioni gay.

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