Dopo il successo del primo album eccovi al secondo lavoro. Ci raccontate com’è nato e se c’è un luogo in particolare che ha ispirato questo vostro disco?
È nato come sempre accade nella nostra sala prove. Che poi è il nostro rifugio. Ma come ogni buon gruppo rock nasce dalla nostra fortissima passione per la musica. Dietro c’è stato un lavoro abbastanza lungo, da gennaio a settembre del 2007.
La scelta di cantare in inglese arriva da lontano, visto che voi avete già e abbondantemente utilizzato proprio l’inglese.
Sì, questo è vero. Ci siamo trovati sempre a nostro agio con la lingua inglese, anche perché il nostro retroterra culturale arriva dall’ascolto di gruppi e artisti non italiani. In questo disco, invece, abbiamo deciso di inserire dei brani nella nostra lingua perché sentivamo un’esigenza che andava in questo senso.
Quali sono state le reazioni da parte dei fan a questo vostro piccolo cambiamento, ci riferiamo ai testi in italiano.
Devo dire molto positive, anche al di sopra delle nostre stesse aspettative. Per noi è stata una vera sorpresa visto che quando si cambia non è sempre facile avere un alto gradimento da parte del pubblico che sino a quel momento ti ha seguito con estremo interesse.
Per band giovani e formate da giovani, come siete voi, il mondo di internet legato a quello della musica cosa rappresenta?
È uno strumento importante per la diffusione della musica che in questo modo ha allargato il suo raggio d’azione. Certo, andrebbe regolamentato, ma su questo credo che siamo tutti d’accordo. Come siamo tutti d’accordo che può essere un’arma a doppio taglio. Se, infatti, da un lato di regala la popolarità anche in pochissimo tempo dall’altro lo scaricare senza pagare produce un danno alle band.
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