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venerdì 4 gennaio 2008

Napoli. «Tutto Sposi», affondo di Arcigay. Contro gli spot «discriminatori».

Il presidente Salvatore Simioli: mai come quest'anno le pubblicità della manifestazione sono particolarmente becere.

(Olimpia Rescigno - Il Corriere del Mezzogiorno) «TuttoSposi 2008» sarà la fiera del «matrimonio costituzionale». Così recita il sottotitolo di questa ventinovesima edizione. E l’Arcigay Napoli protesta. Gli organizzatori dell’evento - che vede quest'anno la showgirl Aida Yespica nei panni di madrina - hanno scelto di pubblicizzare la manifestazione 2008, con una campagna provocatoria e spot sulle reti di Berlusconi. Il tutto all’insegna dell’interpretazione eterosessista ed ideologica dell’articolo 29, dichiarandosi poi apertamente contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

«TROVATE BECERE» - Il presidente Arcigay di Napoli, Salvatore Simioli, non usa mezzi termini e commenta: «Le trovate per pubblicizzare la ‘sagra dello sposalizio’ non sono mai state così becere come quest’anno».
La polemica si spinge apertamente sul tema dei matrimoni omosessuali. «Se gli organizzatori – dichiara Simioli – temono un calo di profitti con l’estensione del matrimonio alle coppie non eterosessuali, si sbagliano di grosso. Se l’istituto matrimoniale fosse esteso anche alle coppie omosessuali come in Spagna, ci sarebbero conseguenze positive per tutti, sia per chi si batte affinché sia riconosciuto il valore degli affetti che legano gli aspiranti coniugi dello stesso sesso, sia per le aziende di "TuttoSposi" che scoprirebbero nuovi ed estesi mercati».

«DON RODRIGO DA CEPPALONI» - Nemmeno l’atteggiamento clericale viene risparmiato, tanto che Simioli commenta: «E aspettiamo ora che i paladini dell’ortodossia clericale, in testa il noto Don Rodrigo da Ceppaloni, esprimano il proprio disappunto per l’utilizzazione anche questa volta mondana del sacro matrimonio». Infine, conclude, con sottile ironia, in difesa delle coppie gay e lesbiche napoletane, che «sopravvivranno anche a questa "trovata", essendo attente più ai sentimenti che al catering: non possiamo infatti rinunciare al riconoscimento pubblico delle nostre relazioni, ma possiamo soprassedere al frac e ai confetti».

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