Il segmento latte, formaggi e uova fa registrare un aumento su base annua del 5,7%, con il latte da solo che sale del 7,6%, sempre su scala tendenziale. La carne segna un aumento del 3,5% con un picco del 7,3% tendenziale per il pollame, mentre la frutta sale del 4,8%.
Passando al comparto energia, a dicembre nel suo complesso ha fatto registrare un aumento congiunturale dell’1,1% (rispetto a novembre) e tendenziale del 6,5% (rispetto a dicembre dello scorso anno). L’aumento congiunturale si deve alla componente non regolamentata (carburanti), che sale dell’1,8% su novembre e dell’11,7% sull’anno. Più in dettaglio i prezzi della benzina aumentano dell’1,5% su base mensile e dell’11,6% su base annua, mentre più consistente è l’aumento del gasolio, che cresce del 3,7% su base congiunturale e del 15,4% su base tendenziale. In aumento anche i prezzi dei combustibili per la casa (riscaldamento), con un +1% su novembre e un +13% su dicembre 2006. La componente regolamentata (luce, gas) è invece stabile sul mese e fa registrare un calo dell’1% sull’anno.
Sempre per quanto riguarda i beni, un effetto di contenimento dell’inflazione è venuto dai medicinali, che scendono dello 0,1% congiunturale e del 2,7% sull’anno, e dagli apparecchi telefonici, con un calo dei prezzi del 2,9% su novembre e del 7% sull’anno.
E gli aumenti hanno di fatto confermato le preoccupazioni di sindacati e consumatori sul ridimensionamento del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati e sul peso del debito pubblico. “Mentre il medico studia” ha detto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni “il malato muore. I grandi tecnici che abbiamo nel governo stanno esponendo il Paese a rischi altissimi perché quando l’inflazione aumenta è un colpo al reddito di lavoratori e pensionati e nello stesso tempo aumentano anche gli interessi sul debito. Prodi deve sapere che abbiamo un problema di salario e pensioni ma soprattutto di politica di redditi in generale. Chiediamo che nell’incontro dell’8 si parli di questo e del sostegno da dare a lavoratori, pensionati e le loro famiglie”. Anche per Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, quello dell’inflazione a dicembre “è un dato grave anche da un punto di vista macroeconomico”. E dimostra come “le preoccupazioni del sindacato sono iperfondate. Il governo - afferma - bisogna che si dia la sveglia”. E perciò, sui salari, servono “risposte urgenti, rapide, non teoriche né a medio termine”. L’aumento dell’inflazione rischia di avere un impatto anche sui conti pubblici determinando “problemi seri in prima battuta sulla crescita e di conseguenza sul rapporto deficit-pil”.
Protestano contro l’immobilismo del governo anche le associazioni dei consumatori. L’Adiconsum, per esempio, ritiene “urgente” un provvedimento del governo su “controllo dei prezzi e adeguamento dei salari” per evitare un calo dei consumi. “Dal periodo estivo in avanti - afferma il presidente Paolo Landi - anche i dati Istat registrano un amento dell’inflazione: dal +1,7% di luglio al 2,8% di dicembre. Una tendenza che difficilmente si arresterà in conseguenza dell’ulteriore crescita del petrolio e quindi dei carburanti, del gas e della luce elettrica”.
Chiede invece che venga riconosciuto lo “stato di emergenza” sui prezzi il Codacons: con un caro-vita “a questi livelli e con le quotazioni record del petrolio, il numero delle famiglie in stato di povertà potrebbe raddoppiare, raggiungendo quota 5 milioni”, ha sottolineato il presidente, Carlo Rienzi.
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