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giovedì 10 gennaio 2008

Marito gay costringeva la moglie a prostituirsi. Questa l'accusa del pm; lui nega tutto.

(Estense.com - foto: il Tribunale di Ferrara) Il matrimonio era diventato un incubo. Dopo dieci anni di convivenza il suo sogno di coppia si era infranto di fronte alla scoperta delle tendenze omosessuali del marito. Che amava frequentare night e godersi una vita notturna che non poteva permettersi. Tanto che in breve tempo i costi fuori portata diventano debiti. Così, siamo ai primi mesi del 2004, decide di costringere la moglie a prostituirsi e la porta nei viali della zona Fiera di Bologna. Qui lei, 40enne residente in un paese in provincia di Ferrara, era costretta a prestazioni sessuali con i clienti per pagare i vizi notturni del marito. Con loro viveva anche una figlia, all’epoca dei fatti minorenne.

La donna non resse a lungo quella situazione e alla fine scappò lasciando il marito e cercare di rifarsi una vita. Poi, nel corso della separazione legale, sarebbero emersi quei terribili fatti che ora costituiscono la materia del processo.

Questa la ricostruzione di parte che è emersa in tribunale dalla versione di due testimoni, tra cui la sorella della vittima, chiamati a deporre davanti al giudice Francesco Maria Caruso.

Il marito, questa l’accusa formulata contro di lui dalla pm Patrizia Castaldini, è imputato per maltrattamenti e induzione alla prostituzione. Ieri però l’uomo ha negato ogni addebito, affermando di non sapere assolutamente che la moglie si fosse data alla prostituzione.

La prossima udienza è fissata per il 20 gennaio.

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