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giovedì 10 gennaio 2008

Iran. Persecuzione degli omosessuali.

(Dimitri Buffa - L'Opinione) In Iran continuano le esecuzioni, in Europa continua l’incoscienza nei rapporti con Teheran. Ieri, nella stessa giornata, sono arrivate due notizie che avvalorano questo assunto. La prima notizia riguarda due uomini che, in quanto omosessuali sono stati condannati a morte mediante una forma di esecuzione particolarmente barbara: saranno gettati da un monte chiusi dentro un sacco e legati insieme. Se dovessero sopravvivere saranno entrambi impiccati. Questa è infatti la giustizia dei mullah che non farà alcuno sconto per Tayab e Yazdan. Nessuno, peraltro, di questo ormai si meraviglia più visto che nel solo ultimo mese, dopo l’approvazione dell’astratta moratoria sulla pena di morte all’Onu, sono state giustiziate tre donne, di cui una incinta, per reati come adulterio, omicidio e offesa alla morale. Ma è la seconda notizia invece a scuotere gli animi degli europei: ricordate la lesbica iraniana Pegah Emambakhsh? Quella per cui si mobilitò tutta l’opinione pubblica europea affinché l’Inghilterra non la estradasse in Iran dove sarebbe condannata a morte per il solo fatto della sua omosessualità?

Ebbene ieri si è saputo che dei tre giudici che dovranno decidere sul suo status di rifugiata politica in Gran Bretagna uno sarebbe contrario e un altro incerto. Secondo l’agenzia di stampa secondoprotocollo.org, sempre in contatto con credibili fonti della resistenza iraniana, i giudici inglesi si vorrebbero lavare pilatescamente le mani del destino della donna. E non concedendole l’asilo politico potrebbero determinarne l’espulsione verso Teheran pur salvando le forme di non concedere l’estradizione per un “non reato” come l’omosessualità. Una tipica soluzione all’europea atta anche a salvaguardare i rapporti commerciali tra Gran Bretagna e Iran. Per cui è probabile che per Pegah ci si dovrà rimobilitare ancora una volta, magari per accoglierla qui da noi in Italia.

Certo, proprio in un momento in cui il regime si trova in immensi problemi sia interni che esterni, dall’interno è circondato dalla dissidenza popolare e da manifestazioni anche violente di tutti i ceti sociali (l’ultima è stata quella di Zahedan in cui i pasdaran hanno aperto il fuoco sui manifestanti uccidendo e ferendo numerose persone) e all’esterno c’è la minaccia concreta di un incidente militare con gli Stati Uniti, l’Europa sceglie ancora una volta un approccio opportunistico e smidollato con Teheran. Con qualche eccezione: è di ieri infatti la notizia che la Germania ha espulso un diplomatico iraniano coinvolto nell’acquisto di materiale nucleare. Almeno la Merkel, quindi, sembra avere presente la portata della minaccia. Speriamo che anche Gordon Brown si renda conto che con uno stato canaglia come l’Iran non si possono avere “amichevoli rapporti giudiziari”.

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