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giovedì 13 dicembre 2007

Strasburgo, via alla Carta dei diritti d´Europa. Urla e contestazioni all´Europarlamento. Oggi la firma del Trattato.

Lettera di Gordon Brown e Prodi ai 27: impegnarsi su clima, migrazioni e lotta al crimine.

(Alberto D'Argenio - La Repubblica) Ieri a Strasburgo la firma della Carta europea dei diritti fondamentali, oggi a Lisbona quella del nuovo Trattato Ue, domani a Bruxelles il vertice dei capi di stato e di governo dominato dal Kosovo. In tre giorni si scrive una pagina di storia dell´Unione ma, come sempre accade nei grandi momenti, non mancano le polemiche: come quelle di chi all´Europarlamento ha chiesto con urla e schiamazzi di sottoporre il nuovo testo ad un referendum, o la polemica ambientalista contro gli spostamenti per mezza Europa, con il conseguente inquinamento prodotto dagli aerei, imposti ai premier.
Grazie alla firma apposta ieri di fronte alla plenaria del Parlamento Ue dai presidenti delle tre principali istituzioni comunitarie (Poettering, Barroso e Socrates), dal 2009 i diritti della Carta Ue saranno vincolanti e potranno essere difesi di fronte alla Corte di giustizia. I 54 articoli prevedono la difesa delle libertà individuali, la non-discriminazione, i diritti sociali e quelli economici. Una serie di garanzie dalle quali si sono sfilate Gran Bretagna e Polonia (quest´ultima, però, con la sconfitta dei gemelli Kaczinsky dovrebbe rientrare) nel timore di vedersi imporre una serie di nuovi diritti, sociali per Londra e individuali per Varsavia.
Ma la cerimonia, tanto scarna quanto solenne, è stata rovinata dalle urla e dagli schiamazzi delle ali estreme dell´aula: i comunisti e gli euroscettici di estrema destra, britannici e polacchi in testa, hanno interrotto a più riprese i discorsi dei tre presidenti con cori e striscioni che chiedevano di imporre un referendum per la ratifica del Trattato (la temuta consultazione popolare è stata indetta solo dall´Irlanda, mentre le altre capitali ratificheranno in Parlamento). Due contestazioni organizzate separatamente che però hanno finito per accostare la destra estrema ai comunisti i cui responsabili, a cose fatte, si sono pentiti della leggerezza.
Ben più suggestiva sarà invece la cornice in cui oggi i leader dei 27 firmeranno il nuovo Trattato di Lisbona, il testo chiamato a raccogliere buona parte della defunta Costituzione Ue e permettere all´Europa allargata di funzionare nell´era della globalizzazione. La firma avverrà al Monasteiro de lor Jeronimos, gioiello sulle rive del Tago, e prima di pranzo i premier verranno scarrozzati su uno degli antichi e celebri tram della capitale portoghese.
Finita la cerimonia i 27 si sposteranno a Bruxelles, con o senza tappa a casa, per partecipare al vertice di fine anno di domani.
Ma la scelta di spalmare la trasferta Ue tra le due capitali, dettata dall´orgoglio dei portoghesi che così avranno un Trattato di Lisbona, ha scatenato le polemiche degli ambientalisti, imbufaliti per l´inquinamento degli aerei che accorpando il tutto in una sola città sarebbe stato risparmiato. Gli unici a trovare una soluzione sono stati i premier del Benelux che viaggeranno sullo stesso aereo. Polemiche a parte, il summit sarà dominato dal Kosovo, nuovo banco di prova per la (inesistente) voce unice europea nei grandi temi di politica estera. E in vista del vertice Romano Prodi e Gordon Brown hanno inviato una lettera ai colleghi indicando i temi su cui si dovrà concentrare l´Europa dotata del futuro: capacità di governare, anziché subire, globalizzazione e migrazioni, lotta alla criminalità, al terrorismo, al cambiamento climatico e all´instabilità internazionale.

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