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giovedì 13 dicembre 2007

Colloquio con Jacques Attali. Liberiamo L'amore.

La globalizzazione e il Web hanno rotto i legami tradizionali. Siamo tutti connessi in un intreccio di relazioni. E se oggi è normale avere più amici, domani lo sarà avere più partner. Parola di economista.

(M.G. Meda - L'Espresso) Come ameremo domani? Meglio: come organizzeremo le relazioni amorose? Il modello di coppia eterosessuale monogama indissolubile funziona ancora? Oppure, in un futuro non troppo lontano, parleremo di amori, al plurale?

Amori multipli, simultanei, trasparenti. Fugaci e nomadi. Jacques Attali (foto in basso), di solito, è più avvezzo a discutere di globalizzazione, di G8 e di macroeconomia che di questioni amorose. Eppure ha appena dedicato un libro all'argomento, 'Amours' (Fayard). E coniato il termine 'netloving', partendo dalla riflessione che apre il nostro incontro. "Se le pratiche amorose evolvono allo stesso ritmo delle altre relazioni che governano la nostra società, dovremo confrontarci con la questione di libertà e trasparenza assolute anche nel campo degli affetti".

Signor Attali, perché parlare di amore oggi?
"Credo sia urgente parlare di amore perché nelle società che esitano tra ritorno alla barbarie e alla violenza e slancio altruista, l'interesse per il prossimo, l'amore, è la sola risposta alla solitudine. Ecco: in questo stato di incertezza generale, l'amore diventa la questione cruciale".

Lei come definisce l'amore?
"È il superamento di sé".

La letteratura ci insegna che l'amore può essere distruttivo.
"L'amore non è assolutamente distruttivo: è la chiave della condizione umana. L'amore è una ricerca, corrisponde a una dimensione fondamentale dell'uomo che è cercare il superamento di sé. La natura umana è nomade, vuole scoprire: questa scoperta è appunto il superamento di sé".

Sta descrivendo il desiderio, non l'amore.
"L'amore è la realizzazione del desiderio. Ne è lo scopo. Se il desiderio resta allo stadio di desiderio è un sentimento sterile".

Lei scrive però che questo desiderio che porta all'amore cela in fondo il bisogno di essere amati.
"In un universo dove le norme sociali di esistenza e di riproduzione scompaiono, assistiamo a una cancellazione progressiva della posizione dell'individuo all'interno della società. 'Prima' eravamo qualcosa: ci definivamo rispetto a una casta, un rango, una gerarchia. Oggi si è semplicemente 'sé', e in quanto 'sé' siamo soli. Il prezzo che dobbiamo pagare per la formidabile opportunità legata alla libertà individuale è la solitudine. E l'amore, in una società di solitudine, può diventare uno specchio nel quale l'uomo riflette la propria immagine cercando innanzitutto nell'altro la prova della propria esistenza. Ma spero che l'amore non si ridurrà a questo".

Considerando l'attuale narcisismo rampante non c'è grande speranza.
"Oggi la principale tendenza è di fare tutto da sé. Una tendenza molto profonda imposta dalla società dei consumi. Prenda l'esempio della musica: ascoltiamo la musica con delle cuffie o degli auricolari e finiamo per ascoltare una playlist che abbiamo fatto noi: è particolarmente rivelatore. Penso da molto tempo che assistiamo a un'evoluzione profonda della nostra società verso un'apologia della masturbazione. Che è conforme alla società contemporanea, alla sua solitudine, all'autonomia, alla libertà assoluta dell'individuo".

Sta dicendo che la libertà è un male?
"Sto constatando che siamo entrati nell'era del 'Tutto è precario'".

A causa della libertà?
"Il fondamento stesso della libertà individuale è il diritto di cambiare opinione. Non possiamo fare l'apologia della libertà individuale senza garantire il diritto a cambiare idea. C'è un'equivalenza fra tre concetti: reversibilità (il diritto di cambiare idea), precarietà e slealtà. Dunque: se tutto è precario - e un contratto di lavoro lo è, e così ormai anche il contratto d'amore - fare l'apologia della libertà individuale implica fare un'apologia della slealtà. E oggi siamo in una società ontologicamente sleale. La questione ormai è di andare fino in fondo a questa logica di libertà. Il diritto di cambiare opinione non si riduce più a scegliere tra varie cose, ma dire 'le voglio tutte'".

E questo voler tutto è il 'netloving'?
"È la tappa successiva, che già vediamo prefigurarsi in altri campi, quando parliamo di networking, e che toccherà anche le relazioni amorose. Quando parliamo di networking non ci riferiamo al lavoro: il network significa essere collegati, connessi, sviluppare una rete di relazioni".

E questo avverrà anche nel campo degli affetti?
"Con l'altro - gli altri - posso avere delle relazioni affettive, ma anche sessuali. Così come non abbiamo un solo amico possiamo avere più di un amante. È evidente che si arriverà a questo. Anche se sarà marginale all'inizio: miliardi di esseri umani sono ancora alla poligamia e al matrimonio forzato. è un fenomeno marginale, come potevano esserlo il divorzio o l'omosessualità alla fine del XIX secolo".

Eppure l'amore è un sentimento 'barbaro' di possesso ed esclusività.
"Esiste un legame tra amore ed esclusività, ma è un legame puramente culturale e occidentale: se osserviamo altre culture, l'amore non è assolutamente possessione. L'amore non è possedere l'essere amato, ma fare un progetto con lui. In questo senso, se posso costruire questo legame con una persona nulla impedisce di costruirlo con più persone contemporaneamente".

Eppure il modello della coppia eterosessuale monogama sembra imporsi in tutto il mondo.
"La monogamia è molto recente, è apparsa con l'avvento della Chiesa. L'impressione condivisa a livello planetario è il trionfo della coppia eterosessuale monogama perché è il passaggio obbligato per andare verso qualcos'altro. In fondo cos'è la globalizzazione? È fare in modo che persone che non vivono nella stessa epoca vivano nella stessa epoca. Ma è ironico vedere che il modello occidentale di coppia fusionale si sta imponendo dappertutto, mentre in Occidente è già superato".

Cosa sta cambiando nel modo di amare?
"Le varie dimensioni dell'amore non fanno più un unicum. La sessualità, la riproduzione biologica, la riproduzione sociale, l'affetto e la tenerezza erano le dimensioni dell'amore, che formavano un unicum, ma che oggi stanno esplodendo e andando in direzioni opposte. In passato dominava la riproduzione sociale: l'organizzazione della società si fondava sull'esigenza della riproduzione sociale. La sessualità, la riproduzione biologica, la tenerezza erano subordinate a questa. Poi l'amore e la tenerezza hanno prevalso".

E oggi?
"Oggi nulla domina: il piacere fisico è svincolato dalla riproduzione biologica, ma neanche l'amore è più essenziale. È come se queste dimensioni diventassero i quattro punti cardinali dell'amore, che si distinguono sempre di più: ci sono persone che sono innamorate senza avere un rapporto fisico e viceversa persone che fanno sesso senza amarsi; c'è una riproduzione sociale che non ha nulla a che vedere con la riproduzione biologica e una riproduzione biologica che sarà sempre più distinta dalla sessualità".

Questo significa che il numero di coppie omosessuali aumenterà?
"È possibile, ma attualmente non c'è nulla di più borghese di una coppia omosessuale: rivendicano il matrimonio e l'adozione! Richieste assolutamente legittime, una società che permette ai single di adottare non può impedirlo a una coppia omosessuale. Ma non credo che l'omosessualità sia una forma di avanguardia: è una forma come un'altra di organizzazione delle relazioni, una volta riconosciuti certi diritti entrano nel mainstream".

E l'amore sul net? Anche quello mainstream?
"Due tappe hanno preceduto questa forma di scambio amoroso su Internet. L'amor cortese, un amore astratto, con divieto assoluto di contatto sessuale, e comunque non era questo lo scopo. E poi il carnevale. Il carnevale è Internet".

Questa ce la deve spiegare.
"L'uso delle maschere e del travestimento per cambiare identità, l'illusione di essere un altro, la volontà di osare ciò che non potremmo nel quotidiano. In questo Internet non è nuovo, è una generalizzazione di ciò che esisteva già a Venezia".

Cosa le fanno pensare le dichiarazioni d'amore di Nicolas Sarkozy per la moglie durante la campagna elettorale e il successivo divorzio?
"Non dimentichi l'altra coppia, Ségolène Royal e François Hollande: c'è una simmetria dei due candidati alle elezioni e sottolineo che finalmente anche i politici si mettono al passo con la banalità della Francia di quarant'anni fa. Non sono in anticipo, si mettono al passo con il resto della società che già divorziava nel 1960. L'uomo politico diventa un cittadino qualunque. La vera novità è l'esigenza di trasparenza: le relazioni amorose non sono cambiate, ma oggi l'obbligo di trasparenza investe anche la sfera privata".

Insomma, la novità non è il divorzio, ma l'obbligo di parlare del loro amore in pubblico?
"La questione fondamentale è se in un futuro non lontano avremo ancora diritto alla privacy. E credo di no. Il diritto alla privacy sarà un valore molto ricercato: probabilmente invece di ingaggiare un addetto alle relazioni pubbliche cercheremo uno specialista di relazioni private, il cui compito sarà di non far parlare di noi. Il vero lusso sarà di essere sconosciuti, anonimi. Ma è un grande lusso, la maggioranza vivrà in una società ossessionata dalla trasparenza: immagini cosa significa poter seguire minuto per minuto gli spostamenti della persona che amiamo".

È la fine dell'infedeltà.
"Abbiamo acquisito il diritto di amare successivamente. Siamo passati a una forma di amori simultanei ma nascosti al partner e credo che la prossima tappa, tra uno, forse due secoli, sarà, per chi lo desidera, di amare più di una persona contemporaneamente alla luce del giorno".

Lei parlava d'amore con Mitterrand? E oggi con Sarkozy?
"Sono un difensore accanito del diritto alla privacy e non risponderò".

Domanda all'uomo pubblico: se oggi ha ancora un senso parlare di destra e sinistra, l'amore è di destra o di sinistra?
"Ma il cuore è a sinistra! E l'amore è dappertutto. Nelle mani, in un sorriso, in uno sguardo. L'amore è simmetrico".

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