E tre… perché, almeno formalmente, il nome del Partito della Libertà viene dopo il lungo parto del Pd e dopo la difficoltosa e già irrequieta federazione de La Sinistra-L’arcobaleno. Anche se, stando ai numeri presentati dal Cav stesso dagli schermi della Tv della libertà di Michela Vittoria Brambilla, il nuovo partito è primo nelle intenzioni di voto dell’elettorato: il 37,1% degli intervistati sarebbe disposto a dare il proprio voto al nuovo partito. Il Pd “uscito dall’unione tra Ds e Margherita sconta, come sempre avviene in caso di fusioni a freddo, un calo e oggi si attesta al 26%. Se si andasse a votare con l’attuale legge elettorale” ha detto Berlusconi “il 57,3% andrebbe al Centrodestra e il 42% al Centrosinistra, quindi anche con le attuali norme ci sarebbe una maggioranza netta che garantirebbe la governabilità”.
Il leader dell’ex Cdl si è poi detto felice della scelta di questo nome “perché essendo un movimento che parte dal basso c’è il superamento del vecchio concetto di partito. Inoltre, la parola popolo richiama direttamente il Partito popolare europeo a cui la nuova formazione vuole fare riferimento”. Il manifesto politico, ha aggiunto Berlusconi, sarà lo stesso del Ppe.
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