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giovedì 18 ottobre 2007

Propaganda: Italia come l'Iran? Secondo il Presidente Nazionale dell'Arcigay si.

(Adnkronos/Ign) - Questo è il massimo che potevamo fare in questo momento. Il giorno dopo il nuovo passaggio in Cdm del Protocollo sul Welfare, Romano Prodi difende il lavoro svolto e l'intesa raggiunta con le parti sociali che continua a scontentare la sinistra radicale. Prima di volare a Lisbona per il Consiglio europeo, il Professore ha incontrato a colazione, per più di un'ora, a Palazzo Chigi, i promotori della manifestazione del 20 ottobre sulla precarietà.

Il presidente del Consiglio, raccontano i partecipanti alla riunione, ha assicurato di aver fatto ogni sforzo possibile per trovare una soluzione che mettesse d'accordo tutti, uscendo dallo stallo attuale. Il leader dell'Unione si è detto preoccupato perché il corteo, promosso dall'ala radicale della coalizione, potrebbe essere strumentalizzato politicamente e interpretato dalla stampa come una manifestazione antigovernativa e contro la sua politica economica.

All'incontro di stamane c'erano i direttori di 'Liberazione' e 'Manifesto' Piero Sansonetti e Gabriele Polo, il presidente dell'Arcigay Aurelio Mancuso, Bianca Pomeranzi della rete femminista della Sinistra europea e Laura Spezia della segreteria nazionale della Fiom, che hanno voluto rassicurare il premier: ''La mobilitazione di sabato non è contro il governo, né contro il sindacato, anche perché in piazza ci sarà proprio quella parte del suo elettorato che più sostiene il governo e non auspica certo un ritorno del centrodestra alla guida del Paese''.

Spiega Mancuso: ''Il presidente Prodi non ha espresso un giudizio negativo sulla manifestazione, ma si è detto preoccupato che il corteo venga interpretato dai massmedia come una manifestazione antigovernativa. Non è così. Innanzitutto, non è una manifestazione organizzata dai partiti ma voluta e promossa dalla sinistra sociale italiana. Non c'è nessuna volontà da parte nostra di strumentalizzare, anzi. Noi chiediamo di affrontare il problema della precarietà con provvedimenti concreti e seri''.

I promotori del corteo del 20 ottobre hanno spiegato a Prodi le ragioni della loro protesta. Per Mancuso sono ''due le priorità, le questioni'', che provocano i malumori ''della sinistra sociale'': ''La precarietà e la questione della tutela dei diritti civili e delle libertà, a cominciare dai Dico. In particolare, sulle coppie di fatto, il presidente del Consiglio ha riconosciuto di aver fatto il possibile, ma su questo tema c'erano dei problemi sollevati da una parte della sua maggioranza che non ha potuto scavalcare. Il premier ha ammesso, quindi, che sulla tutela dei diritti mancano gli interventi'', precisando che la vicenda si è arenata in Parlamento, dove bisogna tener conto dei numeri esistenti.

''Precarietà e tutela dei diritti civili - insiste il presidente dell'Arcigay - sono due questioni centrali collegate fra di loro che vanno di pari passo e il governo deve fare di più''. Nel corso dell'incontro di oggi a Palazzo Chigi, Spezia della Fiom ha criticato il governo Prodi sul Welfare, sottolineando che ''le modifiche al Protocollo non hanno risolto il problema dei precari''.

Occorre, dunque, un cambio di marcia. Mancuso riferisce che il leader dell'Unione ha difeso il suo lavoro e il testo dell'accordo sullo Stato sociale: ''Il presidente del Consiglio ci ha detto di aver fatto ogni sforzo e questo testo era il massimo che si poteva ottenere nell'attuale situazione''.

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Ndr. La facile propaganda contro un governo in grave difficoltà è macroscopica ma il farne parte e remargli contro è ancora più macroscopico.
Il non saper misurare le parole e gonfiarne di enfasi i suoi contenuti è sempre stato un vezzo della vecchia sinistra e Aurelio Mancuso stando al comunicato dell'Arcigay sembra aver avuto un'ottima scuola.
Non sarebbe bastato dire a Prodi "Presidente quando mette i DiCo nella sua agenda? Se non prima tra tre anni scade il suo mandato, non crede sia ora di accelerare la sua discussione? Migliaia di suoi elettori sono stanchi di aspettare". Già perchè non si parla mai del peso elettorale del popolo Lgbt. E' noto che non solo a sinistra ma anche molti del centro-destra hanno votato le promesse dell'Unione fatte in materia di parità nei diritti sociali e civili.
Dal comunicato stilato dall'Arcigay l'Italia sembra una repubblica sudamericana degli anni '70 se non l'Iran. Counque, in compenso Mancuso il 20 ottobre va da privato cittadino alla manifestazione.
Vorremmo sapere se dietro al carro del Circolo Mieli o defilato, anonimamente in mezo alla folla...

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