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giovedì 18 ottobre 2007

Sesso e arte da Pompei a Warhol. A Londra la mostra vietata ai minori.

Alla Barbican Gallery, 300 opere senza censura.
«Idea furba per vendere più biglietti».


(Guido Santevecchi - Il Corriere della Sera) Sul biglietto d'ingresso della mostra alla Barbican Art Gallery è stampato «vietato ai minori di 18 anni». La prima opera esposta è una foglia di fico. O meglio, la foglia di fico commissionata nel 1857 dal Granducato di Toscana per coprire le parti private del David di Michelange-lo, una cui copia era stata spedita al Royal Albert Museum: bisognava evitare di turb are se non proprio la regina Vittoria, almeno i suoi sudditi.

La domanda è nota: quando è arte e quando è pornografia? La risposta, fin o al 27 gennaio, si può cercare nelle sale del Barb ican di Londra dove è in corso la mostra Seduced: Art and Sex from Antiquity to Now. All'inizio si possono ammirare quelli che oggi sono considerati capolavori dell'arte greca e romana, dal Satiro e Ninfa del secondo secolo avanti Cristo agli affreschi erotici pompeiani, generosamente prestati dai Musei Capitolini e dal Museo nazionale di Napoli. E poi si prosegue attraverso una carrellata di dipinti rinascimentali firmati da Rembrandt, Fragonard (Resistenza inutile), Boucher (Leda e il cigno). Miniature indiane del XVII secolo con il titolo «la giusta posizione per la donna », scene da alcove imperiali giapponesi e cinesi. Tutto esplicito, tutto riconosciuto come raffinatissima espressione d'arte. Anche se poco più di cent'anni fa quei reperti di Pompei ed Ercolano erano raccolti nel Gabinetto segreto di Napoli. E anche il British Museum teneva sotto chiave una quantità di libri, stampe e illustrazioni considerate storiche ma pornografiche.

«Ogni società che ha sviluppato una sofisticata immaginazione visuale ha rappresentato il sesso in modo più o meno naturalistico — spiega Kate Bush, direttrice del Barbican —. Religione e autorità hanno sempre cercato di limitare l'esposizione. Ma noi vogliamo ricordare che il verbo latino seducere contiene il significato di "avvicinarsi a se stessi"». Resta il fatto che andando avanti nelle sale della mostra le opere si fanno sempre più esplicite. Anche se i nomi degli artisti sono grandi. Da Francis Bacon a Klimt, a Turner, fino ad Andy Warhol e Tracey Emin. Si racconta che quando ad Andy Warhol fu mostrato un prototipo di videocamera, ci pensò su un momento e poi disse: «Porno ». Del genio della Pop Art vengono mostrati due filmati. Uno ha il titolo Blowjob, girato nel 1963, 41 minuti a 16 fotogrammi al secondo, muto e in bianco e nero ritrae il viso di un uomo che sta ricevendo sesso orale. In una saletta accanto scorre il filmato di KR Buxey dal titolo Requiem, girato nel 2002 come omaggio a Warhol: la differenza è che l'artista è di fronte, non dietro la cinepresa.

ulla porta di un paio di sale dove si proiettano foto della collezione fondata da Alfred Kinsey, il padre della sessuologia, c'è l'avviso: «Il materiale è così esplicito da poter causare choc». Il catalogo precisa che le immagini ritraggono solo persone consenzienti, non c'è violenza, non ci sono bambini. Ma effettivamente qualcuno potrebbe pensare di essere entrato in un vecchio cinema a luci rosse di periferia o in una dark room, magari da psicoanalisi. E sul set di una casa di produzione pornografica sono nate le opere di Jeff Koons, che negli anni Novanta si fece ritrarre con Ilona Staller. Koons spiegò di essersi ispirato non tanto alle forme di Cicciolina ma all'Espulsione dal Giardino dell'Eden di Masaccio. Sull'uscita anche una provocazione di Tracey Emin. Due scritte al neon: «Is Anal Sex legal?», «Is legal sex anal?». Allora, arte o pornografia? Il Barbican è stato bene attento a non scadere in nessun ammiccamento volgare. Ha impiegato cinque anni a raccogliere il materiale elasignora Kate Bush spiega: «È una celebrazione di opere che collegano tutto il genere umano att raverso duemila anni di storia e cultura». Non per niente sotto le luci soffuse della mostra Seduced ci sono porcellane prestate dalla Royal Collection di Windsor. Ma qualcuno chiede anche se non sia stato un espediente per celebrare con un grande successo di pubblico i 25 anni del Barbican. Vendendo una montagna di biglietti, anche se vietati ai minori.

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