In Austria i preti non li ascoltano più.

(Trotzky) La chiesa cattolica austriaca ha perduto il primato della purezza dottrinale.
In passato il suo clero contestava con vigore le prese di posizione a favore di una sia pur minima tolleranza nei confronti dei comportamenti sessuali che uscivano dalla norma.
I recenti abusi sui minori - perpetrati da uomini di chiesa che siedono sugli scranni più alti della gerarchia vaticana - hanno contribuito tuttavia a cambiare l'atteggiamento dei connazionali di Freud nei riguardi del sesso.
La coalizione di governo - composta da socialdemocratici, verdi e democristiani - ha deciso pertanto di affrontare il problema. E' arrivata in questo modo, sia pur dopo interminabili discussioni, a formulare un progetto di legge, che, nonostante le notevoli pressioni esercitate sul parlamento dalle gerarchie ecclesiastiche, sarà messo in discussione nelle prossime settimane e trasformato finalmente in una legge che riconosce i diritti delle coppie omosessuali.

La legge prevede inoltre che, per godere dei relativi benefici economici, gli omosessuali devono iscriversi in un apposito registro, mediante la certificazione della loro unione all'anagrafe.
Mentre i preti austriaci pregano insieme ai loro fedeli perché non venga approvata quella che considerano una grave minaccia all'istituto della famiglia, le persone omosessuali e i loro referenti politici stanno elaborando le modifiche da apportare alla legge per ottenere ulteriori vantaggi.

Leggi analoghe stanno per essere approvate in tutti i Paesi occidentali. I parlamentari italiani tuttavia ostentando le consuete remore morali, che in ogni caso non trovano riscontro nella loro vita privata, stanno cercando tutti i pretesti, pur sapendo che le richieste di unioni civili aumentano con un ritmo davvero impressionante, per rinviare all'infinito la presentazione in Parlamento del relativo progetto di legge.
Evidentemente non si sono ancora resi conto che così facendo emarginano il nostro Paese dal contesto europeo.

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