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domenica 14 ottobre 2007

Trasformista/ Il grande Arturo Brachetti in tour per l'Italia. "E poi voglio andare a Broadway grazie a Woody Allen".

(Nicole Cavazzuti - Libero.it) Consacrato dal trionfo del suo ultimo tour, Arturo Brachetti è tornato nei teatri italiani con “L’uomo dai mille volti”, il suo one man show che ha fatto registrare il record assoluto di incassi e presenze della scorsa stagione teatrale.
Torinese classe 1967, Brachetti è il più grande attore-trasformista del mondo: il suo spettacolo ha fatto il giro del mondo vincendo nel 2000 l’ambitissimo premio Moliére (il Tony Award francese).
Perché piace tanto? Per quella magistrale capacità di cambiare abito in un batter d’occhio, trasformandosi in Pinocchio, la Barbie, un’ape, King Kong e Charlie Chaplin e così via per 80 volte in 100 minuti, grazie all’aiuto dei due fidati assistenti “uno per i vestiti, uno per le parrucche. Mi seguono da 15 anni, sono il mio team. Come alla Ferrari c’è chi cambia le ruote in due secondi, io ho loro che mi trasformano in tempi da guiness”, dice l’attore ad Affari.

La ripresa del tour è l'occasione per accontentare le numerose richieste di chi non è ancora riuscito a vedere "L'uomo dai mille volti". “Non è possibile portare in scena lo spettacolo in teatri di piccole dimensioni o con un bacino d’utenza limitato, perchè l’allestimento è davvero costoso”, spiega Brachetti. E non sono parole senza peso: per allestire lo spettacolo occorrono tre tir da 18 metri, un impianto luci da megaevento rock, 180 costumi, 22 persone al seguito.

Due anni fa eri stato in tournèe con altro spettacolo. Quanto c’è di simile in "L’uomo dai 1000 volti"?
“Lo spettacolo è simile a quello che ho presentato al Teatro della Luna un paio di anni fa, l’unica differenza sta nell’inizio. Per il resto è basato sui giochi di ombre cinesi e sulla tecnica di trasformazione. Ma non è quello che si dice una rivista, un one man show semplice. Anzi: si racconta una storia”.

Di cosa parla "L’uomo dai 1000 volti"? Qual è la storia?
“Quella di un uomo che scopre in soffitta un baule. I ricordi provocano lo stesso divertimento ingenuo e surreale di un tempo: il nonno violinista a tre braccia, la giungla di animali fatti con la luce della luna, le marionette che prendono vita, sempre con la presenza divertita della voce della mamma (di Sandra Mondaini) che esce dalla sua borsetta rossa. Alla fine del primo tempo il solaio stesso si ripiega e diventa un'enorme scatola di giochi, che ruota sul palco e di cui io sembro prigioniero. Poi ricordo il cinema di Hollywood, visto di nascosto dalla finestra del solaio nel sottostante cortile parrocchiale. E mi trasformo in una trentina di personaggi evocati dai film, tra cui Gene Kelly, Liza Minnelli, King Kong, Frankenstein, Carmen Miranda, Charlie Chaplin, per finire con Esther Williams che nuota a mezz'aria nella sua piscina”.

Il messaggio dello spettacolo?
“Si può essere giovani di corpo, ma vecchi di spirito, come esattamente il contrario. Per sentirsi giovani bisogna mantenere la curiosità e la voglia di creare tipica dei bambini. E' uno spettacolo divertente, ma soprattutto terapeutico, risveglia il lato fanciullesco del pubblico. Regalo un sogno, una gioia”.

Come ti definiresti?
“L’unico attore al mondo che usa l’arte della trasformazione per raccontare storie e suscitare emozioni”.

Aspirazioni professionali?
“Recitare a Broadway. Un progetto che accarezzo da tempo. E che Woody Allen appoggerebbe personalmente, apportando il suo nome sull’insegna dello spettacolo. Vedremo come andrà a finire...”

L’uomo dai 1000 volti
Con Arturo Brachetti

fino al 14 ottobre - Bologna (Teatro delle Celebrazioni)
dal 17 al 21 ottobre - Trento (Teatro Sociale)
dal 25 ottobre all'11 novembre - Milano (Teatro degli Arcimboldi)
dal 13 al 25 novembre - Torino (Teatro Alfieri)

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