(Ansa) I tempi della discriminazione sul posto di lavoro per via delle abitudini sessuali sono acqua passata in Gran Bretagna. Anzi. Essere gay ultimamente si sta persino configurando come un vantaggio: i grandi gruppi hanno infatti abbandonato ogni diffidenza e corteggiano apertamente i professionisti omosessuali presentandosi come aziende all'avanguardia sul terreno delle pari opportunità. E tutto in nome del profitto: visto il clima di frenetica competizione che imperversa nei mercati, le aziende non possono più permettersi il lusso di scartare talenti sulla base di obsoleti pregiudizi - preferenze sessuali, razza, genere. E' il quotidiano britannico 'The Independent' - sull'onda della clamorosa 'apertura' del servizio di sicurezza interno britannico (MI5) che ha annunciato di voler reclutare agenti omosessuali - a svelare quanto sono cambiate le cose nel Regno Unito. "Un tempo le persone temevano di poter perdere il posto di lavoro se veniva fuori che erano gay", ricorda Angela Mason, storica leader di Stonewall, la più importante associazione per i diritti degli omosessuali britannici. "Se venivi scoperto - continua - era la fine". Cosa è cambiato, quindi? Sotto la sua direzione Stonewall ha abbandonato la strategia del muro contro muro ed è passata ad un approccio più pragmatico: blandire il mondo del business. "Il trucco - spiega David Shields, responsabile del settore lavoro di Stonewall - è di mostrare il lato economico ai datori di lavoro. Non ha senso avere una reputazione di chiusura nei confronti d'impiegati gay: semplicemente porteranno le loro competenze al servizio di un'altra azienda". Con una media di 15mila neo-laureati omosessuali sfornati ogni anno dalle università britanniche e un totale di 1,7 milioni di gay in età di lavoro - fa notare l'Independent - la discriminazione può rivelarsi fatale per la competizione nell'accaparrarsi le migliori risorse. E non è quindi un caso che nella periodica classifica delle migliori 'aziende amiche dei gay' stilata da 'Stonewall' sempre di più compaiano ai primi posti nomi di peso del settore privato: nel 2007, ad esempio, aziende come IBM, KPMG, Goldman Sachs e LloydsTSB figuravano nella top ten. "Credo che oggi gli stessi clienti vogliano vedere una forza lavoro più eterogenea", ha detto Ashley Steel, unica lesbica dichiarata a sedere nel consiglio di amministrazione di una società (la KPMG) della City di Londra. Anche se, fa notare, c'é ancora molta strada da fare: nessun omosessuale, dice, siede nel consiglio di amministrazione di un'azienda quotata nell'FTSE 100 - le 100 società che rappresentano circa l'80% della capitalizzazione di mercato dell'intera Borsa londinese. Tra le figure di spicco che sono arrivate ai piani alti di note compagnie nonostante i gusti sessuali, l'Independent cita i casi di Sir Michael Bishop, capo della compagnia aerea BMI - seconda, per ampiezza, solo alla British Airways -, Robert Taylor, amministratore delegato della Kleinwort Benson Private Bank e Charles Allen, ex ad di ITV e ora 'signore della radio' nel Regno Unito grazie alla sua Global Radio.
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