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mercoledì 30 luglio 2008

La proposta, no a nuovi vescovi gay. A Lambeth la Chiesa anglicana cerca un compromesso per evitare lo scisma.

(Il Corriere canadese) Sospendere le ordinazioni di nuovi vescovi gay e le benedizioni delle unioni omosessuali in cambio dell’unità della comunione anglicana: è questa la proposta di compromesso emersa ieri alla Conferenza di Lambeth, appuntamento decennale dei vescovi anglicani, nello strenuo tentativo di arginare un incombente e per molti ineluttabile scisma.
Di fronte all’acuirsi dello scontro interno tra “tradizionalisti” e “liberali”, tra i quali l’ordinazione a vescovo di donne e gay sta aprendo un solco sempre più profondo, il “Windsor continuation group”, la Commissione incaricata di elaborare una proposta in vista della chiusura della Conferenza, prevista per il 4 agosto, ha presentato un documento di “osservazioni preliminari”, nel tentativo di uscire dall’“impasse” in cui si trova la Comunione anglicana. Nel testo, ora in mano dei 650 vescovi anglicani presenti alla conferenza (tra i quali una decina di donne e alcuni gay, mentre molti tradizionalisti hanno disertato l’appuntamento), non si nascondono le difficoltà: si parla di una situazione “complessa” e “grave”, di “rottura della fiducia” e delle “scompigli” che si sono verificati negli Stati Uniti e Canada in seguito alla ordinazione di vescovi dichiaratamente omosessuali e alla benedizione di unioni gay. «Questi scompigli - si legge nel documento - incidono sulle relazioni con i nostri partner ecumenici».
E la Chiesa cattolica, anche attraverso i propri rappresentanti invitati alla Conferenza, non ha nascosto il suo disappunto per scelte che ritiene inaccettabili e foriere di un allontanamento tra i cristiani. Alcuni anglicani tradizionalisti hanno chiesto di poter aderire alla Chiesa cattolica e il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale William Levada, ha detto di considerare la richiesta «con seria attenzione», ma anche con grande prudenza, perché «la situazione tra gli anglicani si va facendo più complessa».
In pochi credono che il documento presentato ieri a Lambeth possa sanare un dissidio ormai di lunga data, e le proposte che vi sono contenute non sono del tutto nuove, né del tutto chiare, per esempio sull’efficacia retroattiva della sospensione delle ordinazioni dei vescovi omosessuali.

La proposta prevede la creazione di un “forum pastorale” con il mandato di dirimere “sotto il profilo teologico e pratico” le dispute che stanno scuotendo la Comunione Anglicana, con l’obiettivo di arrivare in futuro a qualche “dichiarazione comune sulle credenze condivise”.
La chiesa episcopale americana, in assoluto la più “liberal”, sembra decisa ad andare avanti con l’elevazione dei preti gay al rango vescovile come ha incominciato a fare nel 2003. Le chiese tradizionaliste sembrano rassegnate alla spaccatura.
In prima fila nella spasmodica ricerca di un compromesso anti-scisma c’è - con il pieno appoggio di papa Benedetto XVI, che di lui ha una grande stima - l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, primate della Comunione Anglicana (nella foto). È stato lui, in apertura della Conferenza di Lambeth, il primo ad ammettere che una parte della Chiesa (quella più tradizionalista) si sente «straniata e addolorata» e «c’è molto lavoro da fare» ma ha fatto il possibile per mostrarsi fiducioso e ottimista: «Stiamo andando verso lo scisma? Bé - ha detto - vedremo. Di questo finale nessuno è stato informato qui».

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